Carlo Tamburini a TMW: arriva la dura critica al motorsport elettrico

In questi giorni abbiamo intervistato il giovane Carlo Tamburini, che ci ha detto la sua su vari aspetti del mondo dei motori.

Il mondo delle quattro ruote è fermo per via della pausa estiva, e noi di Tuttomotoriweb.it ne abbiamo approfittato per intervistare un prospetto dell’automobilismo italiano. Stiamo parlando di Carlo Tamburini, nato a Mantova il 23 febbraio del 2005, attualmente impegnato con una Honda Type R del team MM Motorsport nel campionato italiano TCR, una delle categorie più seguite a livello di serie tricolori.

Carlo Tamburini .

Con Carlo Tamburini abbiamo affrontato diversi aspetti interessanti, legati sia alla sua carriera che al mondo del motorsport a 360 gradi. Tra le passioni del giovane lombardo c’è ovviamente la F1, ma anche altre categorie lo stuzzicano e non poco, a partire dalla Indycar che segue sin da quando era un bambino.

Va detto che i giovani piloti italiani non sono di certo i più seguiti nel mondo del motorsport. A causa di un budget ridotto all’osso, molti di loro non hanno la possibilità di inseguire sino in fondo i loro sogni, ed è per questo che tutti hanno bisogno di un aiuto per poter almeno tentare di scalare i piani del mondo dei motori. Tutti, sin da piccoli, dovrebbero avere un’occasione del genere.

Cosa ne pensi del momento che sta passando la F1 e del prossimo ritiro di Vettel, credi che anche altri come Alonso o Hamilton dovrebbero, a loro volta, lasciare spazio ai più giovani?

Prima o poi, com’è inevitabile che sia, dovrà mollare la massima formula, ma credo che per questo sport sarà davvero una perdita importante perché è un grande personaggio ed un ottimo pilota. Alla fine di questa stagione se ne andrà Vettel, l’anno scorso era toccato anche a Raikkonen, credo che sia anche una questione di generazioni. Tuttavia, capisco la volontà di Fernando di continuare a correre, ma è chiaro che c’è un inizio ed anche una fine“.

L’argomento di questi giorni è ovviamente quello che è successo in casa Ferrari, con l’ennesimo disastro strategico avvenuto in Ungheria dopo i già tanti errori commessi a Monte-Carlo ed a Silverstone. Posso chiederti come ti sentiresti da pilota a subire un trattamento del genere, e quale sarebbe il tuo comportamento davanti alle telecamere?

Per quel che riguarda il suo comportamento davanti alle telecamere trovo che sia giusto, perché alla fine è normale avere un buon rapporto con i media e non sfogare le proprie arrabbiature in pubblico, per quello va bene discuterne in privato. Non ha alcun senso fare tutto davanti al mondo intero, da pilota posso dire che è una cosa che non ti fa sentire affatto meglio, ci si può sfogare benissimo in privato“.

Secondo il mio modesto parere vanno sempre gestite così questo tipo di situazione. Magari capisco che per i giornalisti sarebbe piu’ bello se i piloti sempre trasmettessero le emozioni che provano. Ma dal punto di vista di un pilota devi saperti contenere dei per distinguere i momenti privati dai momenti di cui parli con la stampa, quindi per quello non gli si puo’ dir nulla e per il discorso di come mi sentirei al suo posto è veramente complesso dare una spiegazione. Mettendomi nei suoi panni posso capire la sua rabbia, ma d’altra parte sai anche che la squadra non sbaglia appositamente per metterti in difficoltà“.

Loro cercano sempre di darti il meglio, invece se sapesse che magari lo fanno per favorire il compagno di squadra cambierebbe tutto, ma non è questo il caso. Una situazione del genere sarebbe gravissima e porterebbe davvero un brutto clima all’interno della squadra, per cui non credo che si sia arrivati a questo livello. Il compito del pilota, soprattutto quando si passano momenti di difficoltà, è sempre quello di tenere alto il morale del team ed il suo personalmente. Chi guida è il punto di riferimento, è il centro di tutto e non può perdere la calma“.

Tu sei giovanissimo, vista la tua età non hai ancora preso la patente ma nella tua stanza ci sono già tanti bei trofei che hai vinto nella tua giovane carriera. Qual è stata la più grande soddisfazione della tua vita in questo ambito?

Si ho ancora diciassette anni quindi devo ancora aspettare qualche mese prima di prendere la patente, e vedi i trofei così sparsi in giro per la mia casa perché non ho un posto preciso dove poterli mettere, devo trovarne uno in effetti. Da poco tempo ho iniziato a correre solo sulle auto, quindi il tutto è molto più impegnativo perché, al contrario dei kart, c’è un duro lavoro da fare anche in palestra, per cui è molto più complesso rispetto al passato. La pista è solo l’ultimo step, ma prima bisogna prepararsi sotto tanti punti di vista“.

Sicuramente è una vita piena di sacrifici, ma sono contentissimo di farli e continuare a farne anche nel futuro perché quello che voglio fare da grande. Tra quelle coppe che ho nella mia camera c’è ovviamente quella della mia prima vittoria di quando ero piccolo, un’esperienza incredibile che porterò sempre con me. Mi regala grande soddisfazione il fatto che dietro ad ogni vittoria c’è stato un lavoro lunghissimo ricompensato dai risultati, non ci può essere nulla di più appagante“.

La mia vittoria preferita? Se devo sceglierne una, direi quella di Imola che ho ottenuto in questa stagione, qualche tempo fa. Quella è una pista unica, difficile e che mi ha sempre affascinato, per cui riuscire a salire sul gradino più alto del podio è stata una grande emozione, soprattutto viste le difficoltà che nasconde ogni curva di quel tracciato“.

I piloti italiani vivono un momento molto difficile, non essendo supportati a sufficienza a livello economico. La F1 è il massimo a cui un giovane può ambire, ma è molto difficile da raggiungere. Ti sei fatto un’idea su quali altre categorie potrebbero interessarti, come Indycar, Le Mans o gare GT?

Personalmente, sono un grandissimo appassionato di motorsport in senso generale. La F1 la seguo perché ha sempre un suo fascino, ma devo essere realista e dico che ho smesso di sognarla già da parecchio tempo, perché le altre categorie che hai nominato sono tutte fantastiche. Ne dovessi scegliere una punterei sulla Indycar, dove ci sono delle monoposto molto old school con tanta potenza e non troppa aerodinamica, si corre su tracciati bellissimi ed il pilota può fare la differenza. Poi si corre in America, continente che ho sempre amato visto che sono anche un grande appassionato di basket“.

Se mi dessero la possibilità di sceglierei, non avrei dubbi a puntare immediatamente sulla Indycar. Tuttavia, anche le gare endurance sono la mia grande passione, che si tratti della 24 ore di Le Mans o di quella di Daytona, ed in questo caso mi piacerebbe guidare i prototipi più che le auto Gran Turismo, perché come peso e prestazioni sono auto molto vicine a delle formula, solo che hanno le ruote coperte. Per quanto riguarda le GT3, ho appena finito di seguire la 24 ore di Spa-Francorchamps, e le emozioni non sono di certo mancate. Anche quella è una gara da sogno“.

Abbiamo parlato tanto di futuro, ma parlaci di come sta andando la tua stagione nel TCR. Come ti trovi con la squadra e con la macchina?

Sin qui ci sono stati tanti alti e bassi se devo essere sincero. Soprattutto le ultime due gare, nel senso che son partito bene perché al dopo la seconda gara su sei ero terzo in campionato, quindi ero partito forte. Ero rimasto in lotta ma poi, a cominciare da Misano ho avuto due ritiri in gara, un problema tecnico, una gomma in Gara 2 e da quel momento in poi è stata dura. Anche al Mugello non sono stato fortunato con un’altra foratura, insomma, ce ne sono capitate davvero di cotte e di crude“.

Neanche il Bop ci ha aiutato, ero riuscito a portare a casa una pole position, ma in gara di motore noi della Honda abbiamo sofferto un sacco, quindi sono riuscito a terminare solo nono, appena in top ten. Per fortuna, adesso è cambiato il BoP, quindi ci hanno ridato qualche cavallo di potenza e speriamo che basti per tornare forti. Dovremmo avere una macchina competitiva quanto gli altri marchi ed i prossimi due circuiti sono Imola e Vallelunga, due piste che mi piacciono, dove credo sia io sia il team possiamo essere molto competitivi“.

Dunque, l’obiettivo per quest’anno è sicuramente quello di tornare sul podio, cercare magari di farlo sul gradino più alto che è sempre quello che ci regala maggiori gioie. Comunque vogliamo essere competitivi ed avere la possibilità di giocarcela alla pari con gli altri, le ultime uscite non sono state facili e sicuramente il BoP è stata una brutta botta, perché quando non hai le stesse armi degli altri diventa difficile. Voglio avere l’obiettivo di finire in crescita il campionato, visto che ho già vinto il titolo di rookie“.

Carlo Tamburini, ecco il suo parere sull’elettrico

Uno dei fenomeni più importanti riguardo all’automotive ed al motorsport è lo spopolare dell’elettrico. Alla gente comune, questa tecnologia non piace, così come agli appassionati di motori, come dimostra lo scarso interesse per la Formula E. Abbiamo chiesto a Carlo Tamburini cosa ne pensasse da pilota, ed anche lui non ha avuto dubbi nel risponderci.

La prossima domanda riguarda una curiosità su un fenomeno che sta spopolando, ovvero il motore elettrico. Per quanto riguarda il motorsport c’è la Formula E ed anche altre categorie. A te piace come tecnologia o sei contrario?

Io amerò per sempre il suono del motore a scoppio, per me il motorsport è quello, anche se ho vissuto pochi anni del sound vero soprattutto della F1, visto che quando avevo solo nove anni erano già arrivate le power unit turbo-ibride. Devo dire che sono contrario all’elettrico nel motorsport, non mi piace la Formula E e neanche il TCR elettrico, non credo che possano funzionare come tecnologie in gara. La Formula E arriverà il prossimo anno con una nuova generazione di vetture che dovrebbero essere più veloci, ma il suono dei motori è tutto. La cosa bella di quel campionato è che il livello dei piloti è altissimo“.

Credo che l’ibrido possa essere la soluzione perfetta, come è già in F1 o anche nelle Hypercar di Le Mans. Questi motori sono potentissimi e molto efficienti, per cui non vedo il motivo per cui non si possa andare avanti così puntando per forza di cose sull’elettrico. Mi auguro che si decida di proseguire in questa maniera, perché l’elettrico in ogni categoria sarebbe un qualcosa di veramente difficile da accettare, sia per i piloti che per chi segue il motorsport“.

Tornando alla F1, sappiamo che nel 2022 sono totalmente cambiamenti i regolamenti con il ritorno all’effetto suolo e delle vetture completamente nuove. Come vedi le nuove regole, secondo te hanno funzionato anche se i sorpassi non sono poi così tanti rispetto al passaot?

Dall’esterno, a volte, mi fanno sorridere i discorsi relativi ai pochi sorpassi che ci sono, perché si pensa che i piloti non siano più quelli di una volta, non sapendo che i sorpassi sono diventati davvero difficili per questioni tecniche e non per la mancanza di coraggio e voglia di rischiare. Già in Formula 3 si capisce benissimo quanto sia complicato tentare un attacco, ed in quella categoria non c’è nulla di aerodinamica se la paragoniamo alla F1“.

Credo, comunque, che sia stato fatto un deciso passo in avanti, si vede che le macchine possono seguirsi di più nelle zone guidate, dove lo scorso anno perdevi tantissimo tempo se stavi alle spalle di qualcuno. Il DRS, onestamente, non è una soluzione che mi piace molto, ma non vedo particolari alternative. Una potrebbe essere il push-to-pass che c’è in Indycar, perché aggiungerebbe un briciolo di imprevedibilità. Quello è infatti un sistema che il pilota può attivare in ogni punto della pista, come in uscita da una curva e non solo in un tratto deciso dalla direzione gara. Credo che dovrebbero pensarci in futuro“.

Ci sono dei campionati che sono entrati in grossa crisi, uno di questi è il DTM che prima era seguitissimo, ed anche i Rally non hanno più il seguito di una volta. Ti sei dato una spiegazione sul perché di questa perdita di popolarità?

Il DTM era un campionato che personalmente adoravo. Quelle vetture erano bellissime ed avevano un sound mostruoso, ma purtroppo ora è diventato un campionato GT3, anche se non c’era scelta migliore. Credo che la responsabilità del fallimento della vecchia serie sia da attribuire alla nascita della Formula E, che ha portato case come Audi, BMW e Mercedes ad investire lì piuttosto che nel DTM“.

Le gare turismo hanno sempre avuto un grosso fascino per via dei duelli che ci sono, del fatto che i piloti possono prendersi a sportellate senza distruggere le vetture, ed il DTM o il WTCC erano proprio così. Un altro campionato che mi piace tantissimo e che punta su delle vetture simili a quelle della serie tedesca è il Super GT giapponese, di cui purtroppo si sente parlare pochissimo qui da noi in Italia. Si tratta di una serie davvero mostruosa, con piloti di livello e macchine che sono quasi dei prototipi. Per quello che riguarda i rally, francamente non saprei dare una spiegazione. Non seguo molto quella disciplina, seguo il motorsport che si corre in pista, però so che le auto sono cambiate e forse non hanno portato a quello spettacolo che ci si poteva attendere“.

In conclusione della nostra intervista con Carlo Tamburini, abbiamo rivolto un appello ai piani alti per sostenere le carriere dei piloti italiani, che purtroppo, da ormai molti anni, non sono più presenti nelle primissime fasce del motorsport. L’esempio lampante è Antonio Giovinazzi, che è stato fatto fuori dall’Alfa Romeo Racing in F1 per mancanza di budget.

In conclusione, non ci resta che ringraziare il giovane Carlo per l’intervista che ci ha concesso ed augurargli un buon finale di campionato nel TCR ed una carriera ricca di soddisfazioni. A 17 anni, il ragazzo può dare molto al mondo del motorsport ed a giudicare dai risultati, il talento non manca.

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