MotoGP, Marco Melandri si confessa: vi dico qual è il mio unico rimpianto

Il pilota è primatista italiano di vittorie nel Campionato Mondiale Superbike, oltre ad essere giunto 62 volte sul podio nel Motomondiale. Ecco la verità di Marco Melandri.

Con 22 successi in SBK Marco Melandri ha scritto pagine importanti del motociclismo italiano. Il centauro di Ravenna ha iniziato la sua lunga carriera sulle due ruote in sella alle biciclette. Nelle gare ciclistiche della BMX, a soli 5 anni, ha preso parte a delle prove di Coppa del Mondo. A 8 anni ha cominciato a gareggiare sulle minimoto. Il classe 1982, a soli 10 anni, si è laureato campione italiano. Nel 1993 è arrivato secondo, ma l’anno successivo è tornato a vincere il campionato nazionale.

Marco Melandri (Ansa Foto)
Marco Melandri (Ansa Foto)

Reggiani, ex centauro dell’Aprilia, mise gli occhi sul giovane romagnolo. Loris lo portò sino alla MotoGP, seguendolo fino al termine della stagione 2004. In carriera Macio ha vinto la Coppa Honda nel 1996. L’anno successivo è stato campione italiano della 125, diventando il più giovane a riuscire in questa impresa. Un talento precoce che arrivò nel motomondiale a soli 15 anni, sostituendo l’infortunato Mirko Giansanti nel Gran Premio della Repubblica Ceca, il 31 agosto 1997, con un 17º posto. L’anno successivo fu ingaggiato dalla Honda per partecipare alla sua prima stagione completa nella classe minore. A proposito di rider di altissimo livello. L’ex campione ha spifferato tutto su Marc Marquez: svelate le sue reali condizioni.

Il nativo di Ravenna vinse due Gran Premi. Ad Assen divenne il più giovane pilota ad aver vinto un round di motociclismo all’età di 15 anni e 324 giorni. Replicò nel Gran Premio della Repubblica Ceca, svoltosi a Brno, arrivando terzo nella classifica finale con 202 punti. Fu preceduto dai giapponesi Kazuto Sakata e Tomomi Manako. L’anno successivo chiuse al secondo posto, vincendo ben cinque gare. Saltò due round per infortunio che risultarono determinati per la mancata conquista della corona iridata. Nel 2000 passò all’Aprilia, facendo il grande salto in 250. Il primo anno fu di assestamento, mentre già nel 2001 arrivò al terzo posto della graduatoria. Nel 2002, finalmente, il primo successo mondiale con un filotto di sei vittorie consecutive.

In MotoGP diede il suo massimo in Honda nel 2005, arrivando secondo alle spalle di Valentino Rossi. Nella classe regina non ha mai brillato come nelle classi minori. Melandri si è tolto la soddisfazione, comunque, di calcare cinque volte il primo gradino del podio in annate dove in top class correvano i migliori piloti della storia della MotoGP. La sua ultima annata in Aprilia, nel 2015, coincise con la scelta di provare altre esperienze, a tempo pieno, in altre categorie. In merito all’Aprilia, sentite l’ex pilota: arrivano parole clamorose sulla moto. In Superbike Marco Melandri ha sfiorato il titolo con la BMW. In Ducati, invece, fu protagonista, ma con pochi alti e tanti bassi.

Il rimpianto di Marco Melandri

In una bella intervista a Corsedimoto, il centauro di Ravenna, ha parlato del mondiale SBK. “Faccio il tifo per Toprak perché mi piace da morire, ma credo che Rea sia uno tra i più tosti che abbia mai incontrato perché non molla mai”. Il favorito nel 2022? “Secondo me Bautista a meno che lui stesso non faccia come nel 2019 e lo butti via. Mi sembra che quest’anno però sia più in comfort zone e porti a casa il risultato piuttosto che cercare la vittoria e gettare dei punti”.

Marco ha una visione un po’ particolare dell’attuale mondo della SBK. “Ho la sensazione che da quando è passato in mano a Dorna non sia più lo stesso. Se una proprietà ha in mano due campionati, di cui uno di serie A e l’altro di serie B, è normale che cerchi di distinguere le cose. Mi sembra che il vero obiettivo sia quello di aprire nuove frontiere quindi andare in avanscoperta e preparare il terreno per la MotoGP. Dorna non ha voglia e bisogno che la Superbike cresca quindi, da un certo punto di vista, sta cercando di tenerla abbastanza sgonfia”.

La sua esperienza in Superbike è stata splendida. Macio ha raccontato: “Conservo dei ricordi incredibili. Venivo da un intervento alla spalla fatto 3 mesi prima, poi avevo corso in Australia ed era stato difficile, non stavo benissimo. Donington mi è sempre piaciuta tantissimo e la Yamaha si adattava molto molto bene. Era un gran freddo. Partivo indietro perché il sabato ci fu lo screzio con Biaggi in qualifica e quindi scattavo dalla terza fila. Però sapevo che avevo il passo dei migliori. Sono stato calmo, non ho avuto fretta e piano piano sono venuto su. Negli ultimi 7/8 giri ho visto che avevo più gomma degli altri e quando sono andato davanti sono riuscito ad allungare quel po’ che mi è bastato per fare gli ultimi giri tranquillo. Vincere dopo un anno difficile, com’era stato il 2010 in MotoGP, era stato come togliermi un enorme peso dalle spalle”.

In merito al suo personale rimpianto, l’ex pilota ha dichiarato: “Spesso sono stato nel posto giusto al momento sbagliato. Non sono mai riuscito a dare continuità ad un progetto per finalizzarlo. Mi sarebbe servito avere lo stesso gruppo con me. Quando andai in BMW nel 2012 e mi portai la squadra Yamaha, la moto iniziò a funzionare in fretta perché a livello umano c’era già un bel feeling”. Melandri è stato un talento cristallino. Forse è capitato in un momento sbagliato, dove sono esplosi campioni come Valentino Rossi, Nicky Hayden, Casey Stoner, Jorge Lorenzo e Marc Marquez. È un discorso che potrebbe allargarsi a tanti altri talenti del motociclismo che non hanno avuto il piacere di imporsi in top class a causa di una concorrenza spietata. Max Biaggi, Sete Gibernau, Daniel Pedrosa e Andrea Dovizioso, eterni secondi in MotoGP, rappresentano gli esponenti più celebri.

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