Mazepin è una furia contro la Haas: ora la chiama in tribunale

Non c’è pace per la Haas. Il licenziamento di Mazepin alla vigilia del campionato continua a crearle grattacapi e ora interviene un legale.

Già alle prese con le spese per i numerosi danni causati da Schumacher nei molteplici incidenti di cui si è reso protagonista da inizio Mondiale, nonché da qualche preoccupazione legata all’affidabilità, la Haas si troverà presto davanti ad una Corte.

Nikita Mazepin (Nikita Mazepin Instagram)
Nikita Mazepin (Nikita Mazepin Instagram)

La ragione, come facilmente immaginabile, riguarda Nikita Mazepin. Malgrado siano passati diversi mesi da quel 5 marzo in cui via social ha appreso del suo addio unilaterale alla scuderia americana, il moscovita ha dato prova di non aver per nulla digerito quanto successo e a breve ha reso noto che intenterà causa a quella che fino a febbraio era la sua squadra per non aver ricevuto lo stipendio dovuto.

Mazepin porta la Haas in tribunale

Messo alla porta al momento dello scoppio della guerra in Ucraina, il russo non avrebbe ricevuto le ultime buste paga del 2021. “Quando il contratto è stato risolto, la scuderia era in arretrato di alcuni stipendi e non hanno ancora saldato“, ha confidato al giornale Championat. “Mi sembra che il datore di lavoro debba almeno corrispondere il salario fino alla data del licenziamento e, probabilmente, pagare una liquidazione“.

Sebbene sia evidente l’acredine nei confronti del boss Gunther Steiner e del patron Gene Haas, la presa di posizione del 23enne è in fin dei conti condivisibile. Al di là della questione finanziaria si tratta pur sempre di una persona trovatasi senza lavoro dall’oggi al domani. Non bastasse, l’equipe a stelle e strisce avrebbe preteso denaro dal partner Uralkali, presieduto dal padre del pilota Dmitry, nonostante la rimozione immediata degli adesivi dalle auto e dall’hospitality, nonché l’interruzione del contratto.

A questo proposito il driver di Mosca, chiacchierato sin dal suo ingresso nel Circus per alcuni comportamenti sopra le righe, ha fatto un distinguo. “Quello dello sponsor e il mio erano accordi separati e indipendenti. La rottura del primo non ha avuto alcun impatto diretto sul mio futuro.  I vertici hanno deciso per me in una seconda fase. E siccome ad oggi non ho ricevuto il dovuto, andremo per vie legali“, ha concluso specificando che la citazione è già stata depositata e che dunque non si tratta di una mera minaccia.

Intanto, nei giorni scorsi, Nikita ha preso parte al Forum Internazionale dell’Economia di San Pietroburgo dove ha presentato la sua associazione “We Compete As One”, volta ad aiutare gli atleti, suoi connazionali, allontanati dallo sport successivamente all’avvio del conflitto bellico.

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