Ferrari, segnali di ripresa: a Silverstone però bisogna solo vincere

In Canada per la Ferrari un podio per Sainz e una bella rimonta per Leclerc. Due fattori che devono contare in ottica riscatto.

Sembrava essere un lungo weekend di passione, dove si poteva soltanto mandare già un altro grande boccone amaro, tanta era la delusione accumulata nelle ultime settimane. E invece in casa Ferrari dopo il GP del Canada si può tirare un primo sospiro di sollievo e dire che forse qualcosa, in un fine settimana comunque complicato, ha girato bene. E forse c’è da essere più ottimisti per il futuro.

La Ferrari di Sainz a Montreal (ANSA)
La Ferrari di Sainz a Montreal (ANSA)

L’essersi presentati ai nastri di partenza del Mondiale con i favori del pronostico, visti i test invernali e il lavoro svolto a Maranello per la nuova vettura, è stato qualcosa che ha rimesso in mezzo la Ferrari all’attenzione generale. Una scuderia non abituata a vincere e a lottare per il titolo negli ultimi anni si è ritrovata all’improvviso con i gradi di favorita, quasi obbligata a dimostrare di essere la più forte. Come se anni di delusioni dovessero riportare subito a sfruttare l’occasione iridata. Ma si sa, non funziona così nello sport, così come nella vita.

Ferrari, i motivi per cui crederci

Si è vissuta una prima parte di stagione in cui si è cercato tutto e subito in casa Ferrari e non solo. I tifosi, gli addetti ai lavori, la stampa, hanno caricato di un peso eccessivo questo ritorno della Rossa ai piani alti. E una squadra giovane come quella messa in piedi in questi anni da Mattia Binotto e soci ne ha risentito. La voglia di togliersi qualche sassolino dalla scarpa c’è stata, ma si è cantato subito vittoria.

Non ai box, questo va detto, perché si è cercato fin da subito di predicare calma. Ma il ritorno alla terra è stato decisamente brusco. Si sa, più in alto si va e più il tonfo fa rumore. E la Ferrari lo ha fatto bello forte. Ha pagato in esperienza contro una Red Bull già abituata a certe sfide, ma anche in termini di affidabilità. Sì perché con due vetture così competitive, che si giocano una gara sul fil odei centesimi, la differenza la fanno i dettagli. E l’essere performanti ma soprattutto indistruttibili (o quasi) è un particolare chiave. Ma quando si ha tutto per vincere, si deve essere bravi e freddi anche nel decidere la strategia di corsa. Un particolare questo che la Ferrari purtroppo ha pagato a caro prezzo in diverse occasioni.

Altro fattore chiave è stato quello dei piloti. Ma è proprio da qui che la Rossa deve ripartire. Charles Leclerc si è dimostrato un fenomeno vero. E non solo per le vittorie iniziali, ma anche per quanto fatto vedere in quei frangenti dove la Ferrari poi lo ha mollato. In Canada poi una rimonta da urlo, di chi ha il fuoco dentro per quanto sta accadendo ma che è consapevole al tempo stesso che non può sbagliare più.

Non era per niente contento del quinto posto, e fa bene. Perché oggi non è proprio il caso di accontentarsi. Vuol dire che il monegasco è già al punto giusto per ripartire e ridare la caccia a una Red Bull che sì, ora sarà anche davanti di 49 punti, ma che è umana quanto lei e può, con il lavoro e la tenacia, essere ripresa.

E poi c’è Carlos Sainz Jr, l’uomo che in questa prima parte di stagione più di tutti ha subìto più guai. Mai un weekend tranquillo, sempre qualche problema a rovinargli i piani e un feeling con la F1-75 che non è mai scoccato. Proprio in Canada, dove all’improvviso si è trovato sotto i riflettori più di ogni altra volta, ha mostrato che uno spiraglio, in tutta questa sfortuna, c’è. ma se l’è creato lui, con la sua voglia di lavorare, di non mollare mai.

Ed è questo su cui la Ferrari deve ripartire, già da Silverstone. Perché non si può lasciare già ora la presa, dandola vinta a tutti coloro che in queste settimane si sono fatte più di una risata sulla disgrazie della Rossa. I piloti ci sono, la macchina è veloce, e l’affidabilità non solo un suo problema, ma lo è di tutti (e il caso Perez a Montreal ne è un esempio). La Ferrari può e deve ripartire ora, con più forza e convinzione. Perché nulla è perduto e tutto in F1 può accadere. E in Gran Bretagna può tirare fuori gli artigli. Perché la storia della Rossa va rispettata e il messaggio deve arrivare forte e chiaro a tutti.

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