Yamaha, tutto su Quartararo: gli indizi che portano a questa scelta

Quartararo è sempre più leader della classifica. La Yamaha sembra rinata, ma come si è arrivati a questa “rinascita”?

Un ruolino di marcia che fa quasi paura quello di Fabio Quartararo da cinque gare a questa parte. Il campione del mondo sembrava a inizio stagione destinato a cedere lo scettro alla Ducati, ma la prima parte di questo 2022 sta dicendo tutt’altro. Infatti la Rossa, con la GP22, sta trovando più difficoltà del previsto. E il francese invece sta approfittando al massimo di ogni piccola debacle degli avversari per allungare in classifica. A Barcellona l’ennesimo episodio, con il numero 20 che con la vittoria e la contemporanea caduta dei rivali al titolo ha portato il vantaggio a +53 su Enea Bastianini e a +66 su Pecco Bagnaia.

Fabio Quartararo su Yamaha M1 (ANSA)
Fabio Quartararo su Yamaha M1 (ANSA)

Al Montmelò, dove gli altri anni Quartararo ha sempre fatto molto bene, la Yamaha M1 ha ritrovato forza e brillantezza come non mai. Ma i risultati del transalpino da alcune settimane ormai sono davvero di alto livello. Segno di una ritrovata competitività della moto di Iwata? O del talento del pilota?

Yamaha-Quartararo, una scelta “ponderata”

La verità, si dice, sta nel mezzo. Di sicuro la prestazione spagnola di Quartararo è stata impressionante. Dopo un venerdì difficile, ha ritrovato smalto il sabato per poi andare a dominare in gara, dove ha dimostrato di saper condurre la Yamaha con estrema maneggevolezza e non pagando troppo dalla concorrenza nei tratti più veloci, tallone d’Achille della moto giapponese.

Certamente l’esperienza accumulata nelle ultime due stagioni dal campione del mondo è stata fondamentale, così come anche il miglioramento, seppur minimo della M1. Infatti a ben vedere notiamo ogni weekend come sia solo Quartararo a riuscire a condurre nel modo giusto, ossia quello vincente, la Yamaha. Gli altri sono desolatamente in fondo, a partire dal compagno di box del francese, Franco Morbidelli, talento indiscusso ma che sta vivendo una prima parte di 2022 assolutamente da dimenticare. Per non parlare di un campione come Andrea Dovizioso, costantemente in difficoltà e senza una via di uscita da questa situazione.

Provo Dovi ha ribadito ultimamente come non ci siano programmi per aiutare gli altri piloti a usare questa M1. Si sa solo far guidare da Quartararo e va usato lo stesso stile, altrimenti non va. Ed è un bel problema. Sembra appunto che la Yamaha abbia deciso di puntare tutto sul suo cavallo più forte, lasciando gli altri al loro destino. E non è una ipotesi infondata. basti pensare alle polemiche sorte già in inverno con il francese, che accusava i tecnici giapponesi si non aver migliorato abbastanza la M1 e che così sarebbe stato impossibile difendere il titolo ma anche rimanere ancora nel team.

Le voci di un interesse di Honda si erano fatte più forti a inizio anno ma da un paio di mesi si erano affievolite. Cosa è cambiato nel frattempo? Forse proprio il fatto che la Yamaha ha deciso di affidarsi solamente a Fabio, accontentandolo in tutto e per tutto. E la firma sul rinnovo per altri due anni, arrivata proprio a Barcellona, è il sigillo su questo “patto”. Ora viene da chiedersi se sia la decisione giusta. Se guardiamo a Honda, che da anni si è affidata solo a Marc Marquez, verrebbe da dire di si. Il binomio ha portato a tanti titoli mondiali, ma ora che lo spagnolo è alle prese con problemi fisici ne sta pagando le conseguenze in maniera pesante.

Una esperienza simile l’ha fatta la Ducati con Casey Stoner, ma ha fruttato un solo Mondiale e poi anni di delusioni. Oggi però, con una politica che predilige uno sviluppo più collettivo della GP22, le vittorie sono aumentate ma i titoli ancora non si vedono. Detto questo, la Yamaha ha scelto, forse, la strada più veloce per rimanere al vertice. Ma è una mossa azzardata, che può pagare solo se non ci sono problemi con il pilota. Altrimenti l’esempio Honda è lì come monito per i posteri.

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