Verstappen abbandonato in una stazione di servizio: spunta il retroscena

Il rapporto tra Verstappen padre e figlio non sempre è stato pacifico, prova ne è un episodio capitato quando Max correva nei kart.

Che Jos Verstappen abbia un carattere piuttosto irascibile è cosa nota. Quando correva, così come nel privato, non si è mai risparmiato in exploit quantomeno opinabili. Tanto che nella sua Olanda è stato di frequente posto in stato d’arresto per percosse ai famigliari.

Max Verstappen (Ansa Foto)
Max Verstappen (Ansa Foto)

Fatte queste premesse va da sé che il piccolo Max sia cresciuto più nell’ottica del bastone, che della carota. Nato con le stimmate del predestinato, macchina da guerra costruita per vincere, l’attuale campione di F1 non ha avuto vita facile. Il padre infatti non gli ha mai perdonato i normali inciampi che si possono fare in qualsiasi carriera. E ogni qualvolta che qualcosa andava storto erano guai.

Verstappen abbandonato a Salerno: l’incredibile racconto

Un esempio ci riporta al settembre del 2021. In quel frangente, il driver di Hasselt con il papà si trovavano a Sarno, in provincia di Salerno, per la finale del mondiale kart. Partito da favorito, il 15enne non riuscì a finalizzare quanto voluto e sperato.

Allo start della corsa decisiva, a causa dalla scarsa aderenza delle gomme, venne infilato dal kiwi Daniel Bray. Ovviamente pronto a restituire la manovra con l’aggressività che lo ha sempre contraddistinto, Mad Max non valutò bene il punto della pista in cui effettuare il sorpasso e finì fuori con conseguenze letali per il suo campionato.

Inutile soffermarsi sulla reazione dell’ex compagno di squadra di Schumacher. Furioso per quanto avvenuto, non volle sentire scuse e quando il ragazzo gli disse che c’era da recuperare il mezzo incidentato, ebbe come risposta. “Puoi andare a prendertelo da solo!“.

Non fosse abbastanza, saliti sul furgone per tornare a casa la rabbia si tramutò in insofferenza verso i tentativi di giustificazione del talento in erba. Morale della favola, stanco delle sue parole, il 50enne si fermò alla prima stazione di servizio nei pressi di Napoli, lo scaricò e lo lasciò lì. Dopo un po’ arrivo la madre, Sophie Kumpen, pure lei validissima kartista, e lo prese con sé.

In realtà, pentitosi del gesto, Jos fece marcia indietro e manco fosse un pacco riprese il pargolo abbandonato per la strada e “raccolto” dalla madre.

“Per tutto il viaggio di ritorno durato 17 ore o qualcosa del genere, non c’è stato un fiato. Rientrati, ogni giorno dopo scuola passavo da lui in officina, ma per una settimana tacque. Non mi rivolse mai la parola”, il racconto del 24enne.

“È stata una lezione dura, ma ottima”, ha infine cercato di trovare il positivo l’asso della Red Bull.

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