Webber consola Hamilton: “Vi dico perché non va criticato”

Malgrado le difficoltà delle prime gare Webber esorta a non sottovalutare Hamilton e il suo potenziale puntando il dito contro i detrattori.

In molti lo hanno criticato definendo il suo crollo come la prova provata che se vinceva era merito della macchina. Ultimo caso è stato quello di Fernando Alonso, che pur elogiando le innegabili abilità di guida di Lewis Hamilton, lo ha punzecchiato imputandone i risultati precedenti proprio al missile che aveva tra le mani.

Lewis Hamilton, Mercedes (Ansa Foto)
Lewis Hamilton, Mercedes (Ansa Foto)

Se c’è qualcuno che oggi in F1 cammina sulle uova ed è sotto i riflettori più maliziosi, quello è proprio il sette volte iridato. Mai come ora la sua posizione è messa in dubbio e quanto da lui creato dal 2008 è a rischio crollo. Non bastasse, recentemente è scoppiata pure la querelle relativa a presunte offese nei suoi confronti da parte di un dipendente della McLaren. Un mix di elementi non certo ideali in una fase difficile che lo sta vedendo soffrire anche nel confronto con il giovane compagno di squadra George Russell.

Webber a sostegno di Hamilton: ecco perché non merita negatività

Parlando della situazione attuale di Ham e di ciò che ci hanno raccontato le sue prime quattro gare del 2022, il buon Mark ha bollato come ingiusti certi commenti al vetriolo nei suoi confronti. Ma non solo. Per l’australiano è esattamente negli istanti di alta pressione, in cui tutto sembra andare per il verso sbagliato che l’inglese viene fuori con il suo talento.

E’ per questo che forse è il più grande di sempre“, ha affermato da Miami dove venerdì comincerà il primo weekend della F1 in Florida. “Inoltre non è mai a corto di motivazione”, ha proseguito convinto che nelle prossime settimane la Mercedes saprà riprendere la dritta via tornando in corsa per la coppa più prestigiosa o almeno per le vittorie singole. “Hanno un’incredibile organizzazione, dunque non devono essere sottostimati“.

Sulla base dei numeri già da considerare fuori dalla lotta per l’iride, secondo l’ex Red Bull, il 37enne non ha mancato di nulla. “La gente si è dimostrata subito severa con lui, invece in Bahrain ha ottenuto un brillante terzo posto, mentre tra Arabia Saudita e Australia è stato sfortunato con la safety car. In sintesi ha perso diversi punti non per colpa sua“, ha argomentato individuando nella manche di Imola l’unica vera macchia nella sua condotta finora.

A questo proposito è probabile che l’aria americana a cui, per motivi di origine del padre, è molto legato, possa fungere da scintilla per il recupero in pista, nonché psicologico.

Impostazioni privacy