MotoGP, chi prenderà il posto della Suzuki? Spunta un nome a sorpresa

Il mondo delle ruote è scosso dall’addio della Suzuki nel 2023. La MotoGP dovrà fare i conti con una situazione complessa. Ecco lo scenario possibile.

La MotoGP è in fermento a seguito dell’annuncio della Suzuki. La casa nipponica ha detto addio alla classe regina a partire dalla prossima annata. Un colpo basso alla top class che aveva, recentemente, prolungato l’accordo fino alla fine del 2016. Sono bastate sei gare nel 2022 per annunciare un clamoroso addio che non era pronosticabile da nessuno nel Paddock.

Suzuki Logo (Adobe Stock)
Suzuki Logo (Adobe Stock)

Persino gli uomini della Suzuki sono rimasti spiazzati dall’annuncio del Project Manager Shinichi Sahara. “La Suzuki Motor si ritirerà a fine stagione”. Un messaggio chiaro, senza troppi giri di parole e che rischia di creare un caso giudiziario tra i vertici della Dorna e quelli della casa giapponese. Ecco il comunicato della società spagnola che gestisce la parte commerciale degli eventi sportivi. Diversi fattori sono risultati determinanti, dalla crisi del microchip alle difficoltà economiche generali dovute alla pandemia.

Le ricadute sul mercato piloti sono pesanti perché Joan Mir, campione del mondo 2020, e Alex Rins, terzo in classifica piloti sono tra i centauri più talentuosi della classe regina. Mir potrebbe finire in Honda al posto di Pol Espargarò, mentre per Alex Rins le prospettive sono più incerte. Chiunque si accaparrerà il talentuoso spagnolo farà un buono affare. Alla fine vi sono diversi team interessati a Rins. I piloti, così come tutti gli altri membri dello staff, hanno appreso la notizia dei vertici della casa giapponese, al termine dei test di Jerez de la Frontera.

I piani di Carmelo Ezpeleta, CEO della Dorna, è avere sei team factory, ciascuno con una squadra cliente in griglia, ovvero dodici team totali. Suzuki non aveva un team satellite, mentre Aprilia non lo ha ancora creato. Tanti costruttori potrebbero cogliere l’occasione e lanciarsi nella grande avventura in MotoGP. Le condizioni di un grande ritorno d’immagine vi sono tutte.

MotoGP, il dopo Suzuki

Diversi team potrebbero cogliere l’occasione di lanciarsi nella classe regina. BMW e Kawasaki potrebbero non rischiare un lancio in MotoGP, anche perché il budget annuale è, decisamente, più elevato rispetto a quello della Superbike. Mv Agusta potrebbe avere dei problemi ad investire una trentina di milioni di euro per entrare nella classe regina. Ipotesi complessa è anche quella che porta alla KTM che potrebbe collocare nel 2023 una seconda squadra indipendente con un marchio differente.

I due posti della griglia che rimarranno vacanti nel 2023 potrebbe essere coperti dal progetto dell’Aprilia di lanciare una squadra satellite. Alcune manovre dipenderanno anche dalla scelta del team RNF WithU. La squadra legata al momento con la Yamaha potrebbe essere molto interessata a fare un balzo sulle RS della casa di Noale a partire dalla prossima stagione. Il team manager malese, Razlan Razali, non è soddisfatto dei risultati di questa stagione sulle M1 guidate da Andrea Dovizioso e Darryn Binder.

Per questo motivo la grande chance potrebbe essere colta dalla Leopard Racing, team di Moto3 con base lussemburghese, che ha espresso un interesse a lanciarsi in MotoGP. Il gruppo guidato da Flavio Becca potrebbe cogliere al volo l’occasione, sfruttando l’uscita anticipata della Suzuki. Non si può escludere nemmeno un ritorno dei team Pons e Aspar, che già hanno corso nella classe regina.

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