Hamilton, il paragone con gli altri campioni è allarmante: ecco i precedenti

Lewis Hamilton ha iniziato la stagione con un podio in Bahrain, ma non è riuscito a dare continuità nelle successive tappe del mondiali. Ecco tutti i precedenti nefasti.

Nella scorsa annata Lewis Hamilton ha avuto modo di lottare per un traguardo clamoroso. Nessun pilota nella storia della categoria regine del Motorsport era andato così vicino a conquistare l’ottava corona iridata, nemmeno il grande Michael Schumacher. L’anglocaraibico si è fermato ad un solo giro dal conquistare il suo quinto titolo consecutivo, l’ottavo della sua carriera in Formula 1.

Lewis Hamilton (Ansa Foto)
Lewis Hamilton (Ansa Foto)

Dopo la beffa subita ad Abu Dhabi, a causa di un errore dell’ex direttore di gara Michael Masi, le aspettative sul 2022 dell’inglese erano altissime. Lewis si aspettava una wing car in grado di ottenere risultati degni di nota sin dalle prime battute del campionato. “Se pensavate di aver già visto la migliore versione di me, aspettate quest’anno”, aveva dichiarato in conferenza stampa Lewis Hamilton alla vigilia del campionato. La voglia di prendersi una grande rivincita su Max Verstappen ha distolto l’attenzione sul lato tecnico.

La Mercedes W13 si è rivelata ben presto una vettura pessima, sia sul piano telaistico che motoristico. Il progetto della vettura “senza pance” si è dimostrato fallimentare e, sin qui, il sette volte campione del mondo ha ottenuto 28 punti dopo quattro gare. Un bottino non in linea con le aspettative della Mercedes e all’altezza del talento di Stevenage. Per il campione appare impossibile poter sfidare Max Verstappen e Charles Leclerc, soprattutto se continueranno nel corso dell’annata i gravi problemi di porpoising. Hamilton è stato anche schernito da Alonso.

Nella prima corsa della stagione ha concluso il Gran Premio del Bahrain al terzo posto, soprattutto grazie al ritiro di Max Verstappen e Sergio Perez. Dopo aver colto 15 punti all’esordio, Lewis ha raccolto appena 13 punti nelle tre tappe successive, con l’umiliazione del doppiaggio ad Imola del campione del mondo in carica della Red Bull Racing. Un campionato sotto tono è accaduto anche ad altri grandi campioni della storia della Formula 1. Tanti manici hanno fatto una pessima figura dopo aver vinto un Mondiale.

Lewis Hamilton e gli altri giganti della Formula 1

Lewis non ha vinto il titolo nel 2021, ma ci è andato molto vicino. Un’esperienza traumatica, nell’anno successivo al trionfo, l’ha provata anche Sebastian Vettel nel 2014. Dopo aver dominato la scena nel 2013 con 13 vittorie, di cui 9 consecutive, l’attuale pilota dell’Aston Martin finì la stagione con la RB al quinto posto, con soli 4 podi a causa del cambio di regolamento. Proprio come nel 2022, la F1 cambiò faccia nel 2014 ed iniziò l’epopea della Mercedes.

Facendo un salto temporale al 2009, curioso fu anche il caso sui generis della Brawn GP che si aggiudicò il mondiale costruttori grazie ad otto trionfi e 15 podi con la coppia Jenson Button (campione del mondo) e Rubens Barrichello. L’anno successivo Ross cedette tutto alla Mercedes, che salì sul podio in sole tre occasioni. Ferrari e McLaren, dopo i fasti del 2007 e del 2008, dovettero leccarsi le ferite nel 2009 con la sfida al vertice tra la Brawn e la RB.

Rimanendo in tema Ferrari, persino il grande Michael Schumacher, nel 2005, dovette ingoiare un boccone amarissimo. Dopo aver vinto il suo settimo titolo mondiale nel 2004 con 13 successi e 15 podi, andò molto male nel 2005 a causa dello stravolgimento delle mescole. Il Kaiser conquistò solo 5 podi con il controverso successo ad Indianapolis. Non corsero, infatti, tutte le monoposto gommate Michelin. Non andò meglio a Damon Hill, campione del mondo nel 1996 con la Williams, che finì alla Arrows nel 1997, chiudendo dodicesimo in classifica piloti.

Niki Lauda, campione del mondo nel 1984, dovette rinunciare al sogno di difendere il titolo a causa dei guai di affidabilità della McLaren. 11 ritiri su 14 round lo portarono a scivolare al decimo posto della graduatoria nel 1985. Accadde di peggio a Nelson Piquet, campione del mondo nel 1981, che terminò l’annata successiva all’undicesimo posto a causa dei problemi di affidabilità della sua Brabham. La leggenda brasiliana fu costretto ad alzare bandiera bianca ben 10 volte sulle 15 sfide totali. Nel 1979 Jody Scheckter dopo aver vinto il titolo con la Ferrari, concluse la stagione 1980 al 19° posto a causa delle scarse performance della wing car 312 T5.

Alla lista dei grandi campioni del passato con una storia fallimentare possiamo, serenamente, aggiungere Mario Andretti. Il campione del mondo del 1978 terminò al dodicesimo posto l’annata successiva. Il team dovette fare un passo indietro perché la Lotus 80 si rivelò un fallimento epocale. La squadra scelse di tornare alla vecchia 79 che non era all’altezza delle altre auto ad effetto suolo. Proprio il team inglese è protagonista anche di un’altra clamorosa debacle con Jim Clark.

Il pilota inglese dominò l’annata del 1965, conquistando numerose vittorie e assicurandosi il titolo con diverse gare d’anticipo. L’anno successivo cambiò tutto con il passaggio dai motori 1500cc a quelli 3000cc. La Lotus sbagliò tutto e Clark si aggiudicò solo un Gran Premio, a Watkins Glen. Jack Brabham nel 1960 si incoronò campione, ma il campionato 1951 fu un calvario. Il pilota australiano concluse all’undicesimo posto, a causa delle scarse prestazioni del motore Climax, non all’altezza di Ferrari, Porsche e Lotus. La cattiva sorte colpì anche i mitici Ascari e Fangio che non si confermarono sempre al vertice dopo aver festeggiato i mondiali. Insomma Lewis Hamilton è in buona compagnia.

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