Mick Schumacher, che succede? Così la Ferrari diventa un miraggio

Non un inizio di stagione brillante per Schumacher, che addirittura ha preso paga da Magnussen. E in Ferrari ora lo guardano con attenzione.

Doveva essere l’annata del tutto per tutto, della crescita esponenziale. E invece finora per Mick Schumacher non è che sia andata così bene. Anzi. Il talento dell’Academy Ferrari, dopo una stagione di apprendistato con una Haas sempre nei bassifondi, era chiamato al riscatto con una vettura che poteva essere la sorpresa dopo il cambio di regolamento. La vettura del team americano ha mostrato un ottimo potenziale, permettendo ai suoi due piloti di lottare costantemente per la top-ten, ma il tedesco è quello che finora ha mostrato qualche problema di troppo.

Mick Schumacher (ANSA)
Mick Schumacher (ANSA)

Ed era quello che nessuno si aspettava. Il tedesco infatti è uno dei maggiori talenti in circolazione e la fiducia che ripone in lui la Rossa è molto importante. Per il momento però il processo di crescita del figlio del grande Michael Schumacher ha subìto uno stop inatteso.

Mick Schumacher, anche il “deb” Magnussen fa meglio

C’era grande attesa nel vedere Mick Schumacher impegnato con una vettura di un certo livello. Già lo scorso anno, dopo qualche momento delicato dovuto al debutto nella “massima serie”, era sembrato comunque aver fatto un piccolo step in avanti. Ma stavolta c’era la necessità di farne uno decisamente più avanti. Perché uno con il suo cognome deve per forza farsi notare. E invece per ora la situazione sembra ancora ferma allo scorso anno.

A sottolinearne le prestazioni in senso negativo è stato il rendimento di Kevin Magnussen, chiamato al volo da Gunther Steiner in fretta e furia a ridosso dell’inizio del campionato dopo il licenziamento di Nikita Mazepin per le note vicende che riguardano sponsor e piloti russi. Il danese, dopo un anno di digiuno di F1, è sembrato più “affamato” nel voler ottenere risultati. All’esordio in Bahrain un quinto posto incredibile, a cui hanno fatto seguito il nono e tredicesimo posto in Arabia Saudita e in Australia. A Imola poi per Kevin un ottavo nella sprint e la riconferma al nono posto la domenica. Di tutt’altro tono il ruolino di marcia di Schumacher: 11° nel deserto, lo stop per il botto nelle libere in Arabia e poi 12°, 10° e 17° nella “tripletta” successiva. In mezzo poi diversi errori e uscite di pista che lo hanno visto protagonista.

Insomma i risultati parlano chiaro. Tante difficoltà che non ci si aspettavano, neanche dalle parti di Maranello. Mattia Binotto continua a crederci nel tedesco, ma per ora la strada in Ferrari è sbarrata, visto il rinnovo di Carlos Sainz Jr. Chissà che anche questo aspetto non stia incidendo nelle prestazioni di Schumacher, che però non può permettersi altri passi falsi. Anche per non precludersi altre strade all’interno del paddock. Di sicuro c’è che questo inizio sta facendo rumore, e non in senso positivo. Le attenzioni sono tutte per lui ed è arrivato il momento del cambio di passo. Perché nel futuro non esiste solo la Rossa. E per rimanere in F1 ci sono altre opportunità, che vanno però create.

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