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Motomondiale

Disastro Honda: dall’incognita Marquez alla moto ora è tutto da rifare

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Oscar Slaifer

Dopo un inizio promettente, la Honda è tornata a deludere. Ma a cosa è dovuto questo crollo improvviso? L’analisi di colpe e possibili soluzioni.

In questo inizio pazzo di 2022 per la MotoGP, c’era una squadra che sembrava aver ritrovato la propria strada ed era la Honda. Ma dopo quanto accaduto tra Indonesia e Argentina, quelle che erano piacevoli sensazioni si sono tramutate in breve tempo in preoccupanti segnali di declino. Dovuto comunque a più di un fattore. Perché se è vero che Marc Marquez manca come l’aria, non è che tutto il resto vada nel verso giusto. Anzi.

Honda, Marc Marquez (ANSA)

La gara di Termas de Rio Hondo infatti ha certificato quanto il progetto della casa giapponese sia ancora molto poco chiaro e che la moto, seppur nata bene, ha intrapreso una strada sbagliata che rischia di diventare fallimentare.

Honda, una crisi che non è legata solo a Marquez

A parlare per la casa dell’ala dorata sono i numeri. Dopo il Qatar si era gridato alla rinascita di una RC213V, completamente diversa rispetto a quella degli anni scorsi. La gara di Marc Marquez e Pol Espargarò, andato a podio, aveva dato un lume di speranza e messo paura agli avversari. E invece nell’arco di due GP si è tornati alla triste realtà. Ossia che il passo in avanti vero non c’è ancora realmente stato. E rischia di non esserci mai se non si cambia direzione, alla svelta.

La Honda ora è ultima nella classifica costruttori, mentre il team HRC, quello che investe di più sulla moto giapponese, incredibilmente davanti a quello Ducati ufficiale ma in settima posizione su nove. Dunque non un belvedere. Anzi, tutt’altro che un passo che dovrebbe far gridare al riscatto dopo stagioni amare. Risultato che dipende da una serie di fattori.

La classifica costruttori e team dopo 3 GP (fonte MotoGP.com)

Da una parte la mancanza della sua guida, Marquez, alle prese con l’ennesimo infortunio che ne sta mettendo a dura prova la tempra ma anche la carriera. Nonostante l’iberico lanci segnali di una ripresa lampo, che potrebbe portarlo a correre già in Portogallo, la situazione non va sottovalutata ma anzi, presa seriamente in considerazione: ci si può affidare per lo sviluppo solo a Marc? Ma non a un campione, ma a un pilota che sta vivendo questo momento così delicato dal punto di vista fisico?

La Honda se lo sta chiedendo, ma guardando dall’altra parte del box c’è un Espargarò sì veloce, ma che per ora, dopo un ottimo inizio, sta peccando in costanza di rendimento. E non è un fattore che gioca a suo favore, anche dal punto di vista contrattuale. Infatti conviene davvero puntare per la propria crescita su un pilota in scadenza e su cui si hanno dubbi? Certo che no. E allora? Meglio pensare già al futuro, a un piano A però e non a uno B. Nel senso che la rivoluzione ci potrebbe essere, ma la si deve portare a fondo, guardando innanzitutto al ruolo di guida del team Honda.

Un Marquez così non serve a nessuno, per questo si sta pensando sempre più a Fabio Quartararo, deluso da una Yamaha M1 anche lei alle prese con problemi atavici che non sembrano migliorare. E’ già da ora che la Honda deve affondare il colpo, per mandare un segnale forte alla concorrenza e a se stessa. Per non perdere ulteriore tempo. E poi c’è la questione moto. La RC213V sarà pure acerba, ma sembra portarsi dietro i difetti pericolosi della sua antenata, con cadute a volte inspiegabili dovute a problemi di meccanica ed elettronica ancora irrisolti.

Marquez ha già pagato dazio, ma ora è anche Espargarò ad averne fatto spese. C’è qualcosa che non va e ci si deve mettere mano pesantemente. Ma con chi? Con il collaudatore Bradl? No. Ed è qui che serve subito una scelta. Ma si torna al punto di partenza, come un cane che si morde la coda. E’ necessario però che Honda spezzi questa catena che gira a vuoto e intervenga. Per salvare se stessa da un futuro che per ora non promette bene ma che fino a qualche weekend fa faceva vedere spiragli di riscatto.

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Oscar Slaifer

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