KTM, a Mandalika segnali di ripresa: dove può arrivare la casa austriaca?

Due ottime prestazioni per KTM tra Qatar e Indonesia. segno che forse il progetto 2022 è nato bene. Ma guai a sbilanciarsi troppo.

Di temi in MotoGP dopo l’ultima gara in Indonesia ne sono usciti molti. Da una parte la crisi Ducati ufficiale e il crollo inspiegabile in casa Honda, così come la rinascita (seppur illusoria forse) della Yamaha. Ma in realtà c’è una casa che da inizio stagione sembra essere un po’ stata messa da parte, e anche in maniera erronea. Parliamo della KTM, che sotto l’acqua di Mandalika ha centrato già, alla seconda gara stagionale, la sua prima vittoria in MotoGP dell’anno. E non era così scontato.

Miguel Oliveira (foto Ansa)
Miguel Oliveira (foto Ansa)

Già perché la casa austriaca, dopo l’interessante crescita tra 2019 e 2020, lo scorso anno ha avuto una decisa battuta d’arresto. Buoni risultati ci sono stati ma molti meno del previsto per una KTM che era data in decisa ascesa e pronta per lottare con le moto migliori in tutte le condizioni.

KTM, i perché di una stagione che può essere positiva

C’era grande attesa per la moto di quest’anno, per capire se finalmente era stata trovata la strada giusta per sviluppare un mezzo più “malleabile” e capace di competere realmente per la vittoria. E dobbiamo dire che le prime due gare per KTM sono state decisamente positive.

Pronti-via in Qatar il primo podio, ottenuto su un tracciato da sempre ostico. Ma due settimane dopo ecco una vittoria a sorpresa, che ha regalato alla casa austriaca la leadership provvisoria nelle classifiche costruttori e squadre, cosa che accade per la prima volta nella classe regina. Già questi sembrano essere motivi sufficienti per mettere le rivali in allarme.

Di sicuro a Mandalika per il team ufficiale non è andato tutto alla perfezione. Se Miguel Oliveira ha trovato la quadra, centrando un successo davvero importante dopo una prestazione di sostanza dal primo all’ultimo giro, per Brad Binder è stata una domenica da dimenticare sul piano tecnico. Già al via il primo problema con l’abbassatore, che è rimasto bloccato, poi un 8° posto dopo una lotta serrata con un bel numero di rivali che comunque, viste le premesse, sa quasi di vittoria per il sudafricano. La controprova ora servirà in Argentina, dove la KTM sarà tra le osservate speciali.

In realtà qualcuno l’ha già messa nel mirino nelle settimane scorse. E non uno qualunque ma Marc Marquez, a sua volta alle prese con la crescita di una Honda ancora molto acerba. Proprio in Qatar lo spagnolo ha affermato come fosse molto difficile capire il comportamento della moto austriaca, almeno quella dei Binder, che cambiava modo di guidare di giro in giro. Segno che forse anche qui ce ne sarà di lavoro da fare per rendere più stabile e costante il mezzo in loro possesso. Di sicuro però è emerso un buon motore, che non ha sofferto il confronto con Ducati ma anche con le altre case, e una buona accelerazione.

Nel team però i sorrisi ci sono eccome. E il primo a non nasconderli è stato il neo team manager, appena arrivato da Borgo Panigale (precisamente dal team Pramac, Francesco Guidotti, che dopo il GP di Indonesia ha fatto il quadro della situazione in KTM, specificando come per questi risultati il merito sia tutto delle persone ai box e di chi è a casa a progettare e a sviluppare la moto. Anche se poi ha avvertito: “Forse non è ancora il momento di cantare vittoria. Sappiamo che le prime gare sono sempre particolari: procediamo un GP alla volta, per il resto aspettiamo almeno metà stagione”. Ma l’inizio fa ben sperare.

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