Dovizioso ha capito i segreti della Yamaha: ecco come la deve guidare

Dopo la prima giornata di prove libere, Dovizioso è soddisfatto ma non troppo del suo undicesimo tempo. E torna a confermare le sue difficoltà.

A Mandalika, la MotoGP ha confermato quanto visto qualche settimana fa negli ultimi test stagionali. Tante moto vicine e griglia quantomai difficile da decifrare. Dopo la prima giornata di prove però è emerso che la Yamaha, dopo il disastro del Qatar, ha battuto un colpo. Sarà la conformazione della pista e le condizioni ancora non ottimali, ma la M1 ha chiuso con la doppietta Quartararo-Morbidelli, veloci sia sul passo gara che per la qualifica.

Andrea Dovizioso (foto Ansa)
Andrea Dovizioso (foto Ansa)

Ma un segnale importante lo ha mandato anche Andrea Dovizioso, alle prese con una Yamaha da conoscere di nuovo ma che ha cullato fino all’ultimo il sogno della top-ten, sfuggita solo negli ultimi istanti delle FP2.

ddd

In pratica 20 piloti racchiusi in un secondo, ma le Yamaha hanno mostrato buone cose. Certo è che il rischio di tornare indietro c’è, ma il forlivese è sembrato comunque riuscire a tenere il passo di chi gli è davanti. E forse è un primo passo verso la risoluzione di quei problemi che per ora lo condizionano.

Lo ha definito un “pomeriggio interessante” Dovizioso quello in sella alla sua M1 del tea ex Petronas, ma ha anche sottolineato come al termine della FP1 l’uso della gomma morbida “ha fatto prendere una strategia completamente diversa da tutti gli altri”. L’unico a seguirlo, ma per poco, è stato Morbidelli, secondo a pochi millesimi da Quartararo. Per ora dunque Dovizioso non ha un vero termine di paragone per quanto riguarda il ritmo gara, visto che poi tutti hanno usato la media nuova, che è sembrata quella che almeno oggi ha reso di più, guardando i tempi.

Il mio passo non è veritiero. Ho fatto il giro veloce dietro a Franco ed è stato importante”, ha ammesso il Dovi, che ha confermato come i dati raccolti possano dare una certa lettura di quello che sarà non solo in qualifica ma anche in gara ma che solo il seguire qualcuno in pista fa realmente capire le proprie potenzialità.

Poi però, confermando di non essere troppo contento del tempo fatto segnare nel finale, ha tenuto a ribadire che la Yamaha si guida in modo particolare: “Il mio stile è abbastanza diverso e fare un giro dietro mi ha fatto capire molte cose“. Ma non è tutto: “C’è un abisso, ma questo è solo una conferma, questa moto va guidata diversamente. Franco Morbidelli non tira su la moto, fa solo velocità a centro curva, ma è la direzione giusta”. E per uno come lui che viene da anni di Ducati, dove l’approccio era completamente differente, è difficile adattarsi a questo nuovo modo di guidare. Chissà però che dopo questa giornata non trovi finalmente quello spiraglio per poter tornare a sognare.

Impostazioni privacy