I suoi insulti via radio diretti alla Honda resteranno nella storia. Eppure Alonso si dice dispiaciuto del suo addio alla F1.
Tra il 2015 e il 2018 ha dato pubblico sfogo al proprio disappunto per la mancanza di competitività della power unit che spingeva la sua McLaren. Tra interviste, team radio e strafottenza come quando in Brasile, nel primo anno di liaison tra Woking e la Honda, a seguito dell’ennesimo ritiro in corsa si mise a bordo pista a prendere il sole, Fernando Alonso non si è risparmiato in cattiverie.
Si fosse trattato di un marchio europeo o americano, probabilmente lo spagnolo non avrebbe potuto permettersi tante lamentele in pubblico. Se già infatti i continui ko tecnici stavano mettendo in crisi la credibilità della Casa di Sakura, i suoi biasimi plateali non hanno aiutato. Ma come si dice, ognuno pensa al proprio tornaconto e in quel momento il Samurai aveva una reputazione da campione da salvare.
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Il rammarico di Alonso per Honda
A diverso tempo di distanza e soprattutto dopo due stagioni fuori dal Circus prima di rientrare, onorevolmente, con l’Alpine ex Renault, il 40enne ha deciso di tornare sui propri passi e rendere il giusto merito al gruppo nipponico che, compresa la natura del ginepraio in cui si era cacciato, si è rimboccato le maniche per risalire la china.
Come sappiamo, firmato l’accordo prima con Alpha Tauri, e quindi con Red Bull, il colosso asiatico si è ripreso fino a conquistare il titolo piloti con Verstappen nel 2021. Un risultato importante a cui non ci sarà seguito visto che, come una novella Cenerentola, anziché restare, ha optato per il saluto.
Una decisione, questa, che è un vero peccato per Alo. “Hanno fatto un ottimo lavoro assumendo la gente giusta. Hanno cambiato la dirigenza e introdotto una nuova filosofia. Sono stato molto felice per loro e sono allo stesso modo triste che lasceranno“, ha dichiarato a Motorsport.com, contando magari su un rientro fra qualche anno.
Nonostante gli improperi e gli insulti, l’austuriano ha rivelato di essere rimasto in buoni rapporti con il responsabile del programma F1 Masashi Yamamoto. “E’ stato lui a consentirmi di provare una MotoGP ed è stato lui il primo dopo Max con cui mi sono congratulato ad Abu Dhabi per il mondiale appena vinto quando eravamo ancora al parco chiuso“, ha raccontato quasi a sostenere che il passato, con i suoi dissapori, è ormai in archivio.