Russell, bizzarra 1a volta con Wolff: ecco come ha conquistato Mercedes

Com’è riuscito Russell a convincere la Mercedes ad ingaggiarlo? L’inglese svela il simpatico e incredibile episodio.

George Russell (Getty Images)

A partire dal mese prossimo nei test di Barcellona lo vedremo stabilmente con la tuta della Stella. Ma qual è stata la carta vincente che ha permesso a George Russell di entrare nelle grazie del responsabile Mercedes Toto Wolff?  Ebbene, al contrario di ciò che si potrebbe credere a garantirgli il sedile non è stata soltanto l’abilità mostrata in pista sin dai kart.

Il primo incontro da teenager di Russell

Spesso si dice che l’abito non fa il monaco, ma nel caso del driver di King’s Lynn potrebbe essere stato il contrario.

Aveva appena 15 anni quando il britannico fece capolino nell’ufficio del suo futuro capo. Occhi azzurri brillanti, grandi e determinati, ma soprattutto un’eleganza da fare invidia. Abbigliato come un piccolo ometto con tanto di cravatta, il giovane colpì subito il dirigente austriaco.

Doveva trattarsi del completo utilizzato per la prima comunione perché gli stava stretto“, ha scherzato sull’argomento il fresco 50enne ai microfoni di Sky. “Sembrava più un contabile rispetto ad un pilota“.

George Russell punta sulla Ferrari: intanto primo avviso ad Hamilton

Malgrado l’evidente e normale nervosismo, il 23enne aveva già le idee ben chiare su quale sarebbe stato il suo futuro e fin dove avrebbe voluto arrivare.

A quel punto, il colpo di scena. Anziché illustrare il proprio curriculum, l’ex Williams attivò una presentazione Power Point. Qualcosa di decisamente fuori dal comune e che avrebbe fatto rabbrividire qualunque rappresentante dell’automobilismo d’antan. Quello vissuto alla zingaresca nel paddock del mondo, senza etichette e grossi freni.

Aveva inserito tutti i punti e i dati per i quali un giorno avrebbe difeso i colori delle Frecce d’Argento“, ha proseguito il viennese.

Che il #63 sia particolarmente meticoloso e attento al dettaglio è chiaro. Lo si capisce anche dal modo in cui si pone alla stampa. Chi lo ha conosciuto quando era ancora nelle formule minori lo sa bene.

A dare il “colpo di grazia” a Wolff fu però il capitolo “Le mie debolezze“. Lì Russell aveva snocciolato gli aspetti su cui lavorare e su come sviluppare il proprio potenziale, con tanto di mete e target.

Aveva già tutto nella testa“, ha chiosato il manager che, nei prossimi mesi dovrà gestire una convivenza con Hamilton che si annuncia esplosiva, magari anche di più di quella che fu tra Lewis e Rosberg nelle prime stagioni della supremazia tedesca.

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