Il tre volte iridato Stewart porterà i resti dell’amico e collega Fangio nel mausoleo appena costruito. Era stato lui a portare la bara anche al funerale. 
A Balcarce, città natale di Juan Manuel Fangio ci sarà anche lui. Jackie Stewart non se l’è sentita di mancare all’appuntamento.
A 50 anni dal primo successo iridato dei cinque conquistati dall’argentino, il Paese ispanoamericano ha deciso di celebrarlo con una parata di vetture e memorabilia che lo riguardano, nonché con l’inaugurazione di un mausoleo costruito affianco al museo a lui dedicato dove da questo mercoledì riposerà in maniera definitiva. Un momento dal grande impatto che vedrà l’82enne assolutamente protagonista.
“È stato il più grande pilota di tutti i tempi”, ha affermato lo scozzese. “E sarò io a portare le sue spoglie vicino alla collezione di auto da corsa”.
L’omaggio già in Messico
A dimostrazione della vicinanza e dell’amore nei confronti del compianto asso bianco-azzurro, sabato scorso Stewart aveva premiato il poleman Valtteri Bottas con una replica del casco e degli occhialini a lui appartenuti. Ricordi preziosi di un’epoca dell’automobilismo lontana anni luce da quella di oggi, in cui l’equipaggiamento è di ben altro livello e le macchine sono decisamente più sicure.
Non va poi dimenticato che il campione di Dumbarton aveva già manifestato la propria vicinanza a El Chueco nel 1995, in occasione del suo funerale, quando aveva portato la bara assieme a Stirling Moss, José Froilan Gonzalez e Carlos Reutemann.
“Non dimenticherò mai quel giorno”, l’emozione di quello che per molti è considerato il corridore più corretto della storia. “C’erano 10mila persone ammassate in piazza, in totale silenzio, che all’improvviso hanno iniziato ad applaudire lentamente. Piangevano tutti, volevano toccarlo. Assolutamente pazzesco. Portare il suo feretro è stata una delle cose più importanti che ho fatto nella mia vita”, ha chiosato ancora commosso. 
Chiara Rainis
