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Formula 1

Dall’esordio di Lauda al Mondiale Ferrari: quando la F1 corre a Ferragosto

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Oscar Slaifer

Chi ha detto che a Ferragosto si è in vacanza? La F1 almeno no: per ben sei volte si è corso il 15 agosto. E noi ve lo raccontiamo

Michael Schumacher sulla F2004 (Photo by Mark Thompson/Getty Images)

Altro che pausa. A Ferragosto se i comuni mortali vanno in vacanza, in F1 invece si macinano chilometri. Anche se, a dire il vero, la tradizione di correre il 15 agosto è abbastanza recente. Ma basta per ricordare qualche aneddoto molto particolare. Anzi, storico. In particolare sono sei i gran premi corsi a Ferragosto.

Ferragosto: il debutto di Lauda e il boicottaggio Ferrari

La prima volta che il 15 agosto vide la F1 correre fu nel 1971, in occasione del Gran Premio d’Austria. A debuttare all’Osterreichring un pilota di nazionalità austriaca, Niki Lauda. Uno che avrebbe fatto la storia di questo sport. A vincere però fu lo svizzero Jo Siffert, partito dalla pole e che con la sua BRM dominò tutta la corsa.

Dietro invece il debutto di Lauda si concluse con un ko della sua vettura. Così come accadde a Jackie Stewart, lanciato verso il secondo titolo. Ma lo scozzese fu fortunato: anche il ferrarista Jacky Ickx (unico candidato al titolo mondiale) dovette arrendersi per noie al motore. E così vinse aritmeticamente il Mondiale. Sul podio invece andarono Emerson Fittipaldi e Tim Schenken, australiano della Brabham, al suo primo podio in F1.

Nel 1976 invece, sempre in Austria, invece Lauda non ci fu, visto che poco prima aveva rischiato la vita nel rogo della sua Ferrari al Nurburgring. La Rossa che alla fine decise per boicottare il GP, in segno di protesta contro la FIA, che aveva da poco riammesso James Hunt (diretto rivale di Lauda per la lotta al mondiale) nella classifica del GP di Spagna, dopo che  l’inglese  era stato squalificato proprio al termine di quella corsa per irregolarità tecniche sulla sua McLaren.

Nonostante questo le tribune furono comunque riempite da tanti tifosi. E a portare a casa la corsa fu John Watson, dopo una spettacolare lotta al vertice tra Peterson e Scheckter. Solo quarto Hunt, mentre sul podio finirono Jacques Laffite e Gunnar Nilsson. Per il team americano Penske fu la prima ed unica volta sul gradino più alto del podio, ad un anno di distanza dalla morte di pilota Mark Donohue, suo pilota che morì proprio sul circuito austriaco.

Il tris austriaco a Ferragosto si esaurì nel 1982, quando fu lo spettacolo dei colpi di scena. Le Brabham di Nelson Piquet e Riccardo Patrese erano favorite ma il motore BMW tradì il brasiliano, mentre l’italiano rischiò di colpire una fotografa in seguito ad un’uscita di pista. Allora andò in testa Alain Prost con la Renault, ma il propulsore francese tradì il “Professore”, regalando la leadership al romando Elio De Angelis, che nonostante un problema al cambio della sua Lotus resistette alla rimonta di Keke Rosberg, chiudendo
davanti per soli 50 millesimi, stabilendo il record (successivamente battuto) del minor distacco tra il primo ed il secondo classificato.

La tripletta ungherese

Dopo tre gran premi di Ferragosto disputati in Austria, ne seguirono altri tre ma in Ungheria. Nel 1993 era Williams-Renault la grande favorita, con Alain Prost e Damon Hill davanti a tutti nelle prove. Ma a pochi istanti dalla partenza accadde l’imprevisto: la vettura di Prost si spense, costringendo così i commissari a farlo retrocedere in ultima posizione. A quel punto, Hill condusse indisturbato la gara, andando a vincere così il suo primo gran premio della carriera.

Il podio venne completato dal terzo posto di Gerhard Berger, su Ferrari, e soprattutto dal secondo di Riccardo Patrese su Benetton. E pensare che sempre qui nel 1997 proprio Hill andò a sfiorare il trionfo con la Arrows, ma rimase senza benzina proprio l’ultimo giro.

Nel 1999 invece l’Hungaroring vide la sfida tra Mika Hakkinen ed Eddie Irvine, diventato primo pilota dopo l’incidente di Silverstone di Michael Schumacher. Il finlandese però si difese dall’irlandese della Ferrari, ottenendo pole e vittoria, mentre la Rossa finì terza. In mezzo l’altro pilota McLaren, David Coulthard.

Infine il capolavoro Ferrari nel 2004, quando la Rossa dominò il campionato con la F2004. In dodici gare disputate fino a quel momento, il team di Maranello aveva collezionato undici vittorie, grazie alla coppia Schumacher-Barrichello. Il tedesco in Ungheria conquistò la pole davanti proprio al compagno di scuderia, con la doppietta che fu servita anche la domenica, con terzo Fernando Alonso, che aveva vinto il suo primo GP qui proprio un anno prima. Grazie a questo risultato, la Ferrari conquistò matematicamente il mondiale costruttori per la sesta volta consecutiva, con ben cinque gare d’anticipo. Un vero record.

LEGGI ANCHE —> Alonso attacca la stampa inglese: “Troppo a favore di Hamilton”

Elio De Angelis (Photo by Don Morley/Getty Images)
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Oscar Slaifer

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