F1, commissari di nuovo nella bufera: altre polemiche sulle loro decisioni

In Ungheria ancora una volta a far discutere sono state le decisioni dei commissari. Troppa indulgenza per il botto al via, ma non solo

La partenza choc del GP d’Ungheria (Foto Bryn Lennon/Getty Images)

Un weekend folle quello vissuto in Ungheria, passato tra i timori della sfida tra Lewis Hamilton e Max Verstappen e le bizze del meteo. Ma alla fine a fare più danni sono stati, più che i piloti, i commissari di gara. E non è la prima volta che assurgono a protagonisti di un GP. In negativo però.

Bottas e Stroll meno “pericolosi” di Giovinazzi

Il via e quello che è accaduto alla prima curva hanno senz’altro cambiato la storia del GP ungherese. Due manovre assurde, quelle di Valtteri Bottas e Lance Stroll, che dovevano portare a decisioni pesanti da parte dei commissari di gara. Il finlandese, reo dell’ennesima pessima partenza, ha praticamente dimenticato di frenare, innescando una carambola pazzesca che poteva portare ad esiti peggiori; il canadese invece ha deciso di andare per prati, per poi tentare una frenata improbabile sull’erba, centrando inevitabilmente gli incolpevoli Charles Leclerc e Lando Norris.

Ci si aspettava una punizione esemplare per i due, invece dovranno scontare cinque posizioni nella griglia del Gran Premio del Belgio, e in più sono stati tolti due punti dalla super licenza di entrambi. Può bastare? Forse no, visto che in gara ad Antonio Giovinazzi per non aver rispettato i limiti di velocità in pit lane ha subìto 10 secondi di penalità stop&go, la sanzione più dura. Insomma non è chiaro il criterio con cui vengano decise le sanzioni.

Vettel, penalità sfiorata per una maglia

Assurdo poi il richiamo nei confronti di Esteban Ocon per non aver rispettato correttamente le procedure post-gara: invece di rientrare in pit lane e parcheggiare la sua vettura sul posto riservato al vincitore, Ocon ha continuato il giro d’onore fermandosi poi in fondo alla pit lane, forse anche per la grande euforia. Un rischio di penalità che è sembrato davvero eccessivo, visto che il francese non ha realmente compiuto qualcosa di davvero irregolare tale da poterlo portare a scontare una giusta penalità.

Ma se Ocon è stato investigato per le procedure post-gara, quello che lascia ancor più riflettere è la decisione di investigare su Sebastian Vettel, insieme a Carlos Sainz Jr, per un’infrazione nelle procedure pre-gara. La terribile colpa di Vettel? L’aver indossato una maglietta arcobaleno con la scritta “Same Love”, rivolta contro le ultime leggi anti-LGBT del governo ungherese. Poco o male per il tedesco, poi comunque squalificato per non aver raggiunto il livello minimo di benzina al termine della gara. Ma la decisione di richiamarlo all’ordine per una maglia, dopo mesi in cui si lotta anche contro il razzismo, sembra davvero al limite dell’idiozia.

Di sicuro c’è una cosa: le regole ci sono, vanno rispettate, ma le sanzioni sembrano troppo “ballerine”, con evidenti discrepanze da caso a caso, nonostante molti degli episodi siano simili. E questo non fa altro che rovinare lo spettacolo della F1.

Sebastian Vettel (Foto Getty Images)

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