Red Bull-Mercedes, è scontro totale. Anche tra due diverse filosofie

Hamilton e Verstappen lottano in pista, ma è uno scontro anche tra scuderie come Red Bull e Mercedes, che portano avanti due filosofie distinte ma vincenti

(Photo by Bryn Lennon/Getty Images)

Una lotta in pista che dopo due Gran Premi è entrata nel vivo. Tra Red Bull e Mercedes è sfida Mondiale. Sono loro le vere antagoniste di questa stagione 2021. Se le frecce nere erano sembrate però comunque irraggiungibili lo scorso anno, Adesso tutto sembra poter andare veramente verso un combattimento ad armi pari che potrebbe durare fino alla fine. E non è solo uno scontro tra piloti, ma anche tra due scuderie che hanno una filosofia diversa.

Red Bull e il genio di Newey

Se Lewis Hamilton e Max Verstappen finalmente possono lottare in pista, corpo a corpo, sul filo dei centesimi, è merito di una Red Bull capace di recuperare il gap con Mercedes in una stagione in cui sembrava impossibile poter cambiare le carte in tavola, visti i regolamenti praticamente congelati (così come gli aggiornamenti) in vista della rivoluzione del 2022.

Solo una grande mente poteva portare a un cambio così importante, oltre ad un gruppo comunque di per sé di alto livello. E quel genio risponde al nome di Adrian Newey, forse l’ultimo dei grandi progettisti della F1. Un curriculum che parla da solo: 9 titoli piloti in carriera e 9 costruttori, 18 totali di cui la metà in Red Bull.

Le sue soluzioni negli anni sono state le più seguite (o copiate) in assoluto. Nonostante i continui cambi di regolamento, è riuscito sempre a trovare la soluzione per creare una macchina di livello. E quest’anno, nonostante lo strapotere Mercedes, è riuscito finalmente a colmare quel gap che sembrava fino a qualche mese fa impossibile.

Mercedes, la forza è il gruppo

Dall’altra parte c’è una scuderia che nell’era turbo-ibrida ha vinto tutto, lasciando le briciole agli altri. Un lavoro che parte dal 2009, quando acquistò la Brawn GP, fresca vincitrice del Mondiale. Ma fin da subito la Mercedes fece capire che la sua forza sarebbe stata il gruppo. E per capire come arrivare al successo con una organizzazione perfetta scelsero i migliori. A partire da Ross Brawn e Michael Schumacher, che fecero le fortune della Ferrari nei primi anni Duemila.

Da allora una crescita costante, fatta di duro lavoro, con successi costruiti grazie a una organizzazione da manuale. Una macchina precisa, senza intoppi, capace di essere davanti a tutti di almeno un paio di mosse, dove tutti sono importanti ma nessuno è indispensabile. E i vari cambi che avvengono nel gruppo non sono frutto di scelte estemporanee, ma di programmazione vera. Oltretutto con uomini cresciuti in Mercedes, che sanno come deve funzionare il meccanismo della scuderia.

Uniche nel loro genere, così simili però in pista. Sì perché lì hanno scelto il meglio, i due talenti più cristallini di questa F1 (oltre a Leclerc) per portarle al successo. Nei prossimi mesi vedremo quale modello trionferà. Ma una cosa è certa: ci sarà un vincitore e un vinto, ma il marchio di vincenti, in tutti i sensi, nessuno glielo toglierà. Neanche un Mondiale perso. Loro hanno vinto in partenza.

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Sergio Perez in pista nelle prove libere del Gran Premio del Bahrain di F1 2021 a Sakhir
Sergio Perez in pista nelle prove libere del Gran Premio del Bahrain di F1 2021 a Sakhir (Foto Lars Baron/Getty Images/Red Bull)
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