Hamilton si batte per il sociale, ma rifiuta il salary cap

Lo abbiamo visto impegnato in mille battaglie sociali, ma alla proposta di un tetto al salario Hamilton è andato su tutte le furie.

Lewis Hamilton (©Getty Images)

Quando si è sentito dire che l’anno prossimo o al più tardi nel 2022 il suo stipendio sarebbe stato ridotto a 10 milioni di euro non ci ha più visto. E in fin dei conti come dargli torto. La differenza rispetto ai quasi 50 attuali non è indifferente. Ma come mai il sette volte si è espresso sull’argomento? Semplice. Perché in Bahrain qualcuno gli ha chiesto lumi sulla proposta lanciata da Franz Tost, team principal dell’Alpha Tauri, secondo cui alla luce dell’introduzione del tetto di spesa sarebbe cosa buona e giusta tagliare anche i salari dei driver.

“Credo che la nostra situazione sia diversa da quella della NFL, e forse anche della NBA, dove c’è il salary cap, ma poi i giocatori hanno i loro diritti di immagine. In Formula 1 su quel fronte hanno molto più potere le squadre. Penso che noi siamo le star qui, diamo valore ai brand, siamo il valore aggiunto”, ha replicato seccato dall’idea di dover rinunciare ad una fetta di torta.

Il passaggio in Ferrari mancato

Per non farsi mancare nulla, Ham, che ha di recente ricevuto una bella sorpresa dal premier britannico Boris Johnson, pronto ad intervenire in prima persona purché gli venga conferito il titolo di Sir dalla Regina Elisabetta II, ha poi parlato di un altro tema per lui caldo, ossia quello di un suo possibile trasferimento a Maranello. Un cambio rotta che ormai non sembra più essere fattibile anche per ragioni anagrafiche. “Non sono mai stato davvero lontano dalla Mercedes“, ha raccontato a proposito di un rinnovo contrattuale che stenta ancora ad arrivare. “E’ normale quando termina una fase, cercare di capire quali possano essere le opzioni, comunque sia qui mi sento in famiglia”, ha concluso senza neppure nominare la Rossa.

 Lewis Hamilton (©Getty Images)

Chiara Rainis

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