Valentino Rossi, e se il passaggio alla Petronas fosse una promozione?

Secondo un esperto giornalista, il passaggio di Valentino Rossi alla Petronas nel 2021 nasconderebbe parecchi potenziali vantaggi per lui

Valentino Rossi con la tuta del team Petronas (Fotomontaggio di TuttoMotoriWeb.com)
Valentino Rossi con la tuta del team Petronas (Fotomontaggio di TuttoMotoriWeb.com)

L’annuncio dato ufficialmente lo scorso weekend, quello del passaggio di Valentino Rossi alla Petronas per la prossima stagione, è stato letto da buona parte del mondo della MotoGP come una retrocessione: dalla prima squadra Yamaha a quella satellite. Ma c’è anche chi dà di questa manovra di mercato un’interpretazione diametralmente diversa.

Dopo ventun anni da pilota ufficiale, infatti, il Dottore avrà nel 2021 sì un contratto diretto con la Casa dei Diapason, ma sarà girato alla scuderia clienti: questo implica il fatto che inizierà la stagione con una M1 dell’ultimo modello, ma che tutti gli aggiornamenti più recenti verranno destinati a Maverick Vinales e Fabio Quartararo. E proprio questo aspetto, paradossalmente, potrebbe nascondere un grosso vantaggio per lui.

I vantaggi di Valentino Rossi nella squadra satellite

A sostenerlo è un esperto giornalista di motociclismo come Mat Oxley, in un suo editoriale sulla rivista inglese Motorsport Magazine. “Si potrebbe pensare che una fornitura regolare di sviluppi hardware e software aiuti i piloti a migliorare costantemente le loro prestazioni”, scrive. “Ma non è sempre così. Nel secondo decennio del 21° secolo non ci sono componenti che possono istantaneamente far crescere le performance in modo significativo. Le MotoGP sono troppo avanzate: ogni nuova parte deve essere analizzate infinitamente in pista e nei dati. E se la parte offre un vantaggio infinitesimale in un’area potrebbe anche creare un effetto negativo in un’altra. Questo genera tempo perso e potenziali confusioni”.

Secondo Oxley, proprio i continui cambi di telaio tentati nell’ultimo quadriennio dal marchio di Iwata nell’intenzione di trovare più aderenza con le gomme Michelin hanno fatto perdere la strada al fenomeno di Tavullia. “Il motociclismo è fatto al 99% di feeling”, spiega, “perciò più giri si possono fare senza cambiare assetto, più si conosce la moto e si diventa intimi con il suo comportamento, perciò quando la gomma anteriore scivola te lo aspetti già e sei pronto a reagire”. Se si aggiunge il fatto che Valentino Rossi vinse il suo primo titolo mondiale in classe 500 con un team indipendente, al di fuori della struttura ufficiale Honda, si comprende bene perché questo passo indietro potrebbe in effetti rilanciare la sua carriera. Alla faccia del viale del tramonto.

Valentino Rossi in pista sulla Yamaha davanti a Fabio Quartararo sulla Petronas (Foto Dorna)
Valentino Rossi in pista sulla Yamaha davanti a Fabio Quartararo sulla Petronas (Foto Dorna)
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