“Ci vuole un miracolo per salvare il Gran Premio di Monza”: allarme dall’Aci

Il presidente dell’Automobile Club d’Italia, Angelo Sticchi Damiani, parla delle sorti del Gran Premio d’Italia di Formula 1 previsto a Monza a settembre

Una fase del Gran Premio d'Italia 2019 di Formula 1 a Monza (Foto Dan Istitene/Getty Images/Red Bull)
Una fase del Gran Premio d’Italia 2019 di Formula 1 a Monza (Foto Dan Istitene/Getty Images/Red Bull)

“Speriamo che Sant’Ambrogio ci faccia la grazia”. Si affida ad un miracolo Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’Automobile Club d’Italia, per salvare il Gran Premio d’Italia. “Stiamo vivendo una situazione di grande incertezza e in questo momento dobbiamo agire con prudenza e attenzione”, ammette il numero uno dell’automobilismo italiano ai microfoni della Gazzetta dello Sport.

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Il circuito di Monza, infatti, si trova purtroppo proprio nel cuore della regione italiana colpita con maggior violenza dalla pandemia del coronavirus, la Lombardia. E nonostante il calendario preveda la tappa brianzola della Formula 1 solo il 6 settembre, ovvero tra ben cinque mesi, viste le attuali condizioni che si vivono al momento in quella zona sembra davvero difficile prevedere un regolare svolgimento della corsa, come nelle scorse edizioni.

Monza a porte chiuse?

L’ipotesi più probabile, almeno ad oggi, sembra quella di disputare la gara a porte chiuse e senza pubblico, un po’ come dovrebbe accadere per tutto il resto dei Gran Premi europei. Un inevitabile danno economico per gli organizzatori italiani, che dovrebbe essere compensato con uno sconto sul canone dovuto alla Liberty Media per mantenere il posto in calendario.

Ma comunque, in questa situazione, sarebbe il male minore: “La priorità è capire ciò che accade nei Paesi che devono ospitare i GP e in Italia e Gran Bretagna da dove proviene la maggior parte della gente che affolla il paddock”, spiega Sticchi Damiani. “Ciò che è chiaro è che non possiamo più permetterci di sbagliare come è accaduto in Australia, dove il Gran Premio è stato cancellato con il pubblico già in autodromo: lì si sono persi un sacco di soldi. Li hanno perso tutti: Liberty, i team, gli organizzatori locali. Ripartire ed essere costretti a fermarsi di nuovo sarebbe un disastro”.

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Il presidente dell'Aci, Angelo Sticchi Damiani, con il presidente della Fia, Jean Todt (Foto Massimo Bettiol/Getty Images)
Il presidente dell’Aci, Angelo Sticchi Damiani, con il presidente della Fia, Jean Todt (Foto Massimo Bettiol/Getty Images)
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