Il due volte iridato, Pecco Bagnaia, viene da 5 ritiri nelle ultime 6 gare. Il torinese è stato bacchettato dal team manager della Ducati, Davide Tardozzi.
La crisi di Pecco Bagnaia si è acuita nel corso della seconda parte di stagione. Sei nei primi 5 GP del campionato il torinese era arrivato 4 volte sul podio, nelle ultime sei uscite sembra far fatica a rimanere in sella alla Ducati. Salvo il weekend trionfale in Giappone, in cui Marc Marquez si è laureato campione del mondo, e la P1 nella Sprint Race di Sepang, il bicampione della MotoGP nei Gran Premi si è sempre ritirato. 
La Casa di Borgo Panigale a Portimao ha raccolto il secondo posto di Alex Marquez, ufficialmente vice campione del mondo 2025, ma la vittoria di Aprilia con Bezzecchi non lascia tranquilli i vertici. Il romagnolo, infatti, ha allungato in classifica e gli basteranno appena 2 punti per chiudere con la medaglia di bronzo. Pecco, invece, è incalzato anche da Pedro Acosta su KTM. Il giovane spagnolo meriterebbe la quarta posizione molto più di Bagnaia, oramai in caduta libera.
Al posto dell’infortunato Marc Marquez, il vice campione della SBK Nicolò Bulega, ha debuttato in MotoGP con un quindicesimo posto. L’ex rider dell’Academy di Valentino Rossi ha amministrato bene la gara. Dopo la caduta nella Sprint Race portoghese ha avuto un approccio più conservativo perché non avrebbe voluto commettere altri errori. Il suo ritmo è stato positivo, mentre Pecco si è steso al suolo con una caduta banale.
La verità di Tardozzi su Bagnaia
Al termine del GP di Portogallo, il team manager della Ducati ai microfoni di Sky Sport ha dichiarato: “La velocità di Pecco non è mai stata in dubbio. Ciò che complica le cose per lui è questa mancanza di confidenza con la moto. Non stiamo parlando di un problema fisico o di una mancanza di motivazione, ma piuttosto di una mancanza di feeling. Quando un pilota non si sente completamente a suo agio con la sua moto, non riesce a guidare con la libertà necessaria”. 
“Abbiamo fatto tutto il possibile per riportare Pecco alla stessa forma dell’anno scorso, o come in Giappone, quando tutto sembrava filare liscio. Crediamo di aver lavorato nella giusta direzione; se manca ancora qualcosa, dovremo parlarne tra di noi e capire perché e come arrivare a una conclusione. Quando un pilota come Pecco inizia a dubitare di sé, anche solo leggermente, si vede. Non è una questione di velocità, ma di connessione con la moto. E il nostro compito è restituirgli quella fiducia, perché sappiamo che una volta recuperata, tornerà in controllo”, ha concluso Tardozzi che conosce pregi e difetti del numero 63.





