Il Dottor Costa ha assistito a numerosi incidenti e salvato tante vite. Nel caso di Marco Simoncelli la tragedia si è consumata davanti agli occhi dei genitori.
Marco Simoncelli è stato uno dei personaggi più belli del Motomondiale del nuovo millennio. Ragazzo spontaneo, simpatico, gentile che era in grado di trasformarsi in un campione spietato con un casco sulla testa. La sua voluminosa chioma riccia lo ha subito fatto diventare famoso, ma poi sono arrivate vittorie nelle classi propedeutiche alla MotoGP che lo hanno reso molto temibile anche per gli avversari più accreditati. 
Jorge Lorenzo lo aveva subito notato e temuto, al punto tale da rilasciare dichiarazioni forti sullo stile di guida del SIC. Valentino Rossi lo aveva preso in simpatia e lo aveva messo a dura prova, nelle sfide della Cava così come in palestra. L’idea di una Academy al Dottore venne proprio grazie a Marco. Purtroppo la sua vita si spezzò in una domenica malesiana in cui si respirava una brutta atmosfera.
Marco Simoncelli voleva vincere a tutti i costi in MotoGP, dopo una serie di risultati positivi. Non mollò quel maledetto manubrio, come ha raccontato il Dott. Costa nel podcast di Gianluca Gazzoli BST, perché voleva rientrare in lotta. Rimase attaccato al gas e con una anomala traiettoria ripiombò davanti a Edwards e Rossi. Nonostante l’immensa esperienza non potettero evitarlo. Bandiera rossa e dopo poco si capì che una vita di un giovane pilota era stata spezzata. Una tragedia che ancora oggi fa male al cuore di tutti i fan che l’hanno vissuta.
L’ammissione del Dott. Costa su Marco Simoncelli
“Ho aperto la sua bara a casa Simoncelli perché la famiglia e sua sorella Martina potessero vederla. Soprattutto perché sua sorella potesse vederla. Nella bara c’era anche il referto dell’autopsia di Marco, e questo mi ha riempito di gioia perché nella sezione sui farmaci c’era scritto ‘niente alcol, niente droghe’. La tragedia è terribile, devastante, ma dà origine a qualcosa che in definitiva prefigura qualcosa di bello. Sto parlando della bellezza della vita di sua sorella”, ha raccontato il noto dottore imolese nel podcast. 
“Ricordo questo ragazzo con amore; era qualcosa di eccezionale, un ragazzo gentile, era uno di noi. Si era creato una seconda famiglia nella squadra ai box, e poi aveva la famiglia alla Clinica Mobile dove lo aspettavano per preparare il suo corpo e la sua mente alle sue spettacolari imprese“, ha concluso il Dott. Costa.





