La FIAT oggi punta sui SUV e su modelli non certo originali come nel passato, ma nel corso della sua storia, ci ha regalato dei veri e propri capolavori. Andiamo a scoprirne uno in particolare.
L’automotive italiano è al collasso, e non regala più modelli iconici, in grado di attirare l’attenzione dei clienti in ogni angolo del mondo. Sotto la gestione del gruppo Stellantis, purtroppo, i nostri brand storici sono andati in crisi, e si fa fatica a distinguere una FIAT da una Lancia, piuttosto che da un’Alfa Romeo, soprattutto a livello meccanico e telaistico. La situazione era ben diversa in passato, come ci insegna la splendida Topolino Barchetta, una sorta di auto sport prototipo, di cui è stato realizzato un solo esemplare, che derivò dalla Topolino B del 1948.
Il nome Topolino evoca tante emozioni nei fan della casa di Torino, ed è stato riportato in vita nel 2023 con il lancio della piccola minicar elettrica che sta ottenendo un grande successo. Tornando al passato, la meccanica ed il telaio della Topolino Barchetta erano gli stessi della Topolino B. La carrozzeria, viceversa, fu creata appositamente per questo modello, ed era basata su una parte anteriore in lamiera di acciaio e quella posteriore in lamiera di alluminio. La FIAT Topolino Barchetta riuscì a contenere al meglio il peso, che, liquidi inclusi, non era superiore ai 610 kg.
FIAT, la Topolino Barchetta realizzata in un solo esemplare
Sul fronte prestazionale, la FIAT Topolino Barchetta era sicuramente interessante, soprattutto per l’epoca in cui fu prodotta. La velocità massima toccava quota 110 km/h, raggiunta a 4.200 giri al minuto. Il primo possessore di questo prototipo fu Emilio Franzini, con targa Milano, e nel 1962 fu venduta a Franco Rossi, originario di Modena. In seguito, passò per le mani dello scultore modenese Davide Scarabelli, che la ottenne nel 1963 (restandone proprietario per sei anni) come pagamento per una sua opera.
La FIAT Topolino Barchetta fu protagonista in varie manifestazioni di regolarità, così come in alcuni concorsi di eleganza. La carrozzeria fu realizzata dopo il 1962 da un artigiano che era specializzato in battilastra, con esperienze pregresse in Maserati e pare che avesse collaborato anche con Oscar Scaglietti. La vettura in questione, secondo quanto raccontato, aveva una potenza massima di 23 cavalli, grazie ad un aumento di compressione. A bordo c’è una strumentazione Jaeger con tanto di contachilometri, contagiri, pressione dell’olio, indicatori di livello di benzina ed amperometro. Il serbatoio aveva una capacità di 20 litri ed era dotato di pompa elettrica per l’alimentazione dell’acqua.