La produzione delle EV cinesi Leapmotor non avverrà alle nostre latitudini. Stellantis spiazzata dalla decisione.
La crisi dell’automotive in Italia e non solo apre scenari poco rassicuranti per i lavoratori. Il Gruppo Stellantis, capitanato dal numero 1 John Elkann, versa in una condizioni di crisi senza precedenti da circa due anni, e il futuro di nuove produzioni dell’auto, viste le scelte già prese, non sarà in Italia.
Fotografia di un Paese, l’Italia, dove il settore “è sempre più messo a dura prova dalle tensioni generate da mercati occidentali stagnanti, dall’avanzata dei costruttori cinesi e dalle incertezze normative. In Italia, l’obiettivo di ritorno a 1 milione di veicoli prodotti si allontana sempre di più”, a dirlo è Dario Duse, responsabile Emea Automotive e industrial nonché dell’Italia per AlixPartners.
Dati alla mano, la produzione in Europa è in calo del 24% sul 2017, mentre in Italia il crollo è del 54% nel 2025 rispetto al 2017. Una situazione poco confortante anche in chiave futura, dove i top brand cinesi sembrano avere un netto vantaggio. Scenari nuovi dove l’espansione del mercato cinese in Europa trova consensi, anche grazie alle politiche e normative volute dalla Ue che spazzano via pensionando le auto termiche a favole di quelle a pile.
La realtà di crisi di Stellantis
L’universo Stellantis allarga gli orizzonti e non investe in Italia come sperato da molti, e con Leapmotor, brand cinese facente parte del colosso italo-francese, ha puntato su uno degli stabilimenti ex PSA in Spagna dove i bassi costi di energia e manodopera favoriscono la produzione. E ancora in Spagna, nei pressi di Saragozza, nascerà la giga factory frutto della partnership tra Stellantis e il colosso cinese delle batterie Catl per un investimento di 4,1 miliardi.
Scelte aziendali che lasciano un sapore amaro in bocca a chi sperava in una concentrazione di interessi nel Belpaese, non più appetibile per fare impresa. Si allontana la possibilità d’un incremento della produzione e quindi di vendita in Italia. Per il prossimo anno è possibile che vi sia ancora una contrazione del volume di vendita delle auto in Europa come in Italia. Le scelte aziendali di Stellantis, e non solo, se creano dissapori e un pizzico di rancore devono essere viste alla luce di una globalizzazione inevitabili.