Un tempo le gare di F1 risultavano spettacolari con strategie molto diversificate. Giocavano un ruolo essenziale i rifornimenti di carburante.
Per coloro che hanno iniziato a vedere la F1 in un momento storico dove era possibile ancora fare la differenza con le strategie con i cd. rabbocchi di carburante le attuali tattiche al muretto sembrano un gioco da ragazzi. Nonostante si tratti solo di fare una valutazione, esclusivamente, sulla scelta delle mescole gli errori al muretto non mancano.
I tifosi della Ferrari hanno dovuto fare i conti spesso con i clamorosi sbagli dell’head of strategist, Inaki Rueda, ora impegnato nel remote garage. Al suo posto è stata selezionata la risorsa interna, dopo anni di gavetta, Ravin Jain. In sostanza si tratta solo di fare una scelta della mescola iniziale, per poi cambiarla, necessariamente, con un altro treno di differente compound. Per il resto non vi è più l’emozionante momento del rabbocco di benzina.
Le gare erano, decisamente, più imprevedibili ma vi erano anche dei problemi legati alla sicurezza. L’ex Presidente della FIA, Jean Todt, insieme a tutte le squadre hanno rinunciato alla possibilità di rimettere in discussione il ban, riportando i pit stop di un tempo nell’attuale scenario. Proprio a causa della necessità di dover percorrere l’intera durata del Gran Premio con un unico quantitativo di benzina, si è deciso di progettare monoposto sempre più grandi e pesanti.
E’ nata l’esigenza di dover creare dei serbatoi sempre più capienti, a discapito del peso piuma delle F1. Oggi una vettura ha un peso di 798kg, nel 2008, 15 anni fa, meno di 600. Di conseguenza in una gara, un’auto ad effetto suolo arriva a pesare fino a 908 kg, visto che il carburante ne pesa 110. Un cifra a dir poco clamorosa per monoposto che dovrebbero rappresentare il massimo dell’ingegneria meccanica.
La scelta di dire addio alle ai carburanti di F1
Nel circus attuale vi sono coloro che rivorrebbero una sfida con rifornimenti annessi. Dal 1994 al 2009 i fan si erano abituati a vedere i pit stop con benzina più cambi gomme. In più di una occasione la benzina era fuoriuscita dal tubo, facendo prendere fuoco alla monoposto con all’interno il pilota. Jos Verstappen con la Benetton nel Gp di Germania 1994 non subì particolari conseguenze, ma il pericolo coinvolse anche i meccanici.
Altri episodi avvennero nel 2003 a Schumacher a Zwelteg e a Raikkonen ad Interlagos nel 2009. C’è chi, come Felipe Massa, staccò il bocchettone, rimettendoci un mondiale nel 2008 a Singapore. Quindi gli elementi di pericolosità, nonostante l’elettronica delle auto moderne, sarebbero diversi. Per ravvivare le gare i rifornimenti rappresenterebbero un toccasana, ma più che altro darebbero la possibilità di riprogettare le monoposto, magari con motori termici come ha dichiarato Stefano Domenicali.
Il Fuel Saving è un principio contrario alla Formula 1. Ha, certamente, limitato lo spettacolo in pista, dovendo i piloti rallentare il proprio passo per esigenze di consumo. I driver dovrebbero spingere, al massimo nei GP, senza patemi gestionali sulle gomme e la benzina.