MotoGP ad eliminazione: ad Austin toccherà fare ancora la conta?

In Argentina davvero pochi piloti al via della MotoGP come mai era accaduto. In due tappe troppi infortuni ed ecco allora che si fa la conta dei danni.

Il Mondiale 2023 della MotoGP è partito e dopo due gare la situazione, a livello di valori in campo, sembra già chiara. La Ducati ha confermato di essere la moto migliore, con Pecco Bagnaia che in Argentina ha perso l’opportunità di allungare in testa, dove ora c’è un sorprendente Marco Bezzecchi. L’Aprilia ha confermato di essere subito dietro, mentre KTM per ora è davanti a Yamaha e Honda, le due vere delusioni di questo inizio di stagione. C’è però un dato allarmante che è emerso da questi primi due appuntamenti iridati, ossia che questa MotoGP sembra più una gara ad eliminazione che una corsa al titolo.

Marquez Oliveira (ANSA)
Marquez soccorre Oliveira nel GP del Portogallo della MotoGP (ANSA)

Al via della gara di domenica a Termas de Rio Hondo sullo schieramento c’erano solo 17 moto: una griglia così povera non la si vedeva da anni. Forse un evento che nella storia recente la classe regina non ha mai fatto vedere. Ed è un segnale d’allarme preoccupante.

Queste moto sono diventate, a detta di tutti, maledettamente veloci, ma anche difficili da guidare. Sarà per la potenza sempre più grande ma anche per un’aerodinamica esasperata che mette in crisi i piloti nella fase chiave dei sorpassi e delle staccate, ma sta di fatto che guidare in questo momento una MotoGP comporta dei rischi maggiori. Se ci mettiamo anche il nuovo format dei weekend con meno prove e una Sprint Race in più, ecco che il pericolo di incidenti è dietro l’angolo: e Portimao e Terma de Rio Hondo lo hanno confermato.

MotoGP, si fa la conta dei “sopravvissuti”

Tra incidenti, provocati e non, ed errori vari, sono tanti i piloti che hanno dovuti alzare bandiera bianca o già essere in condizioni precarie. A partire da Marc Marquez, che è alle prese con l’operazione alla mano per ricomporre una frattura scomposta inter-articolare della base del primo metacarpo del pollice della mano destra e che ha dovuto guardare il GP d’Argentina sul divano di casa. Come ha testimoniato sui social, sta accelerando le terapie per cercare di far calcificare più in fretta l’osso, ma ad oggi pare che ad Austin farà un tentativo per esserci.

Sarà in teoria della partita Miguel Oliveira, che nell’incidente con Marquez ne è uscito con una botta alla gamba, ma poteva andargli molto peggio. Magari come Enea Bastianini, che nella Sprint Race è stato centrato dalla moto di Luca Marini e ha riportato una frattura alla scapola destra che con ogni probabilità potrebbe tenerlo ancora fuori dall’appuntamento texano. Ma non è detto, perché Davide Tardozzi dal box ufficiale Ducati ha ammesso che un tentativo sarà fatto.

Di sicuro non ci sarà Pol Espargarò. Lo spagnolo del team Gas Gas, dopo la brutta caduta durante le libere di Portimao, sarà fuori a lungo dopo essersi procurato una contusione polmonare, una importante frattura alla mandibola e una lesione a una vertebra dorsale. In Argentina poi al gruppo si è aggiunto anche Joan Mir, che con la caduta nella Sprint Race ha riportato un colpo alla testa e una forte contusione alla caviglia destra.

Brad Binder e Jorge Martin hanno corso l’ultimo weekend il primo con un dolore al collo legato ancora a una caduta nei test pre-stagionali, il secondo con un dito del piede fratturato nell’incidente scaturito da Marc Marquez. Fabio Di Giannantonio poi dopo l’incidente dei test di Portimao non è ancora al meglio e inoltre ha segnalato anche un problema all’avambraccio che lo sta condizionando. Insomma un vero bollettino di guerra, che rischia seriamente di rendere la MotoGP uno sport per pochi sopravvissuti.

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