Auto sott’acqua: come salvarsi, cosa fare in questi casi

In auto possono capitare degli incidenti. Tra questi l’annegamento. Come ci si comporta in un simile frangente? E se la macchina è elettrica?

Alluvioni, tsunami improvvisi da cui non si riesce a mettersi al riparo. Inabissamenti a seguito della perdita di controllo del proprio veicolo. Si tratta di sfortunate eventualità che possono farci trovare in una situazione di forte pericolo. In casi del genere è facile andare nel panico. Un vero guaio nel guaio, perché quando si è difficoltà la calma dovrebbe essere d’obbligo. In quanto il sangue freddo aiuta ad agire con rapidità e lucidità.

Auto (AdobeStock)
Auto (AdobeStock)

Quando una macchina affonda, l’acqua esercita una pressione molto forte sui finestrini. Ne consegue che oltre ad entrare all’interno dell’abitacolo dalle guarnizioni, il liquido blocca le portiere rendendone impossibile l’apertura. Solo quando questo sarà pieno, essendosi creato un equilibrio tra dentro e fuori sarà fattibile uscire. Per prima cosa, se si riesce e se ancora si hanno forze, bisognerà abbassare il finestrino, slacciarsi la cintura e al più presto uscire.

Auto sommersa dall’acqua, quando ci si può salvare

Un altro accorgimento è assicurarsi che le porte non siano chiuse con il blocco. Nel dubbio premere il pulsante dedicato. Se poi si è già tutti immersi e i vetri non si abbassano, cercare un oggetto appuntito o qualunque cosa possa aiutare a romperli. Magari, è bene essere previdenti e dotarsi di un martelletto in acciaio temperato. Costa poco e può salvare la vita. Occhio però a non tenerlo a portata di mano. Deve essere riposto nel cassetto, altrimenti potrebbe diventare un arma.

Se invece state viaggiando su un’auto di lusso, qui il rischio è che tutti i finestrini siano a triplo strato e non possano essere infranti. Per cui l’unica cosa che si può fare è attendere di essere completamente sotto.

Prima di procedere a spaccare il cristallo, ricordarsi di respirare a fondo e di attaccarsi a qualcosa, perché l’acqua si riverserà con violenza.

Come si comporta l’assicurazione

Quando si prova l’ebbrezza di un’avventura del genere si è sicuramente devastati. Vedersi ad un passo dalla morte comporta uno shock da cui può risultare difficile riprendersi. All’aspetto psicologico va aggiunto l’impatto economico, dato che l’auto coinvolta è sicuramente da buttare via. Senza contare che può verificarsi un’altra beffa.

Se la vettura era parcheggiata, l’assicurazione non potrà intervenire, a meno che la propria polizza non copra anche gli “eventi naturali”. A carico dalla persona restano comunque la franchigia, quindi circa 500 euro, più il 15% della riparazione ( ad esempio su 7000  euro di danno se ne otterranno 5950). Una bella fregatura se uno è totalmente incolpevole. peggio ancora se il mezzo va distrutto. Il suo valore sarà fissato al giorno del sinistro.

Cosa fare quindi se la propria automobile è ko per eventi esterni? Se si ha sottoscritto la garanzia “eventi naturali”, avvisare immediatamente la protezione civile o le forze dell’ordine, per far sì che attestino l’avvenuta calamità. Senza la dichiarazione delle autorità non sarà infatti possibile ottenere il rimborso. E’ bene per completezza fornire anche una foto del veicolo danneggiato e le rilevazioni dell’Osservatorio meteorologico più in prossimità del luogo in cui è si è verificato il fatto. A quel punto il perito della compagnia assicuratrice farà le valutazioni del caso e indicherà la somma dovuta.

Se viene attestato e confermato che l’autovettura è stata danneggiata in maniera importante o irreparabile da un disastro naturale, si può inoltre chiedere all’assicurazione la sospensione per 12 mesi della RCA. E’ assolutamente un proprio diritto.

A quel punto ci sono tre opzioni. Si effettuano le riparazioni e al termine si fa ripartire la copertura assicurativa. La si riattiva per una macchina nuova. Si vende o rottama “l’usato”, è si chiude la polizza. In questo caso si andrà a ricevere la differenza non goduta senza tasse, pari al 25%.

Cosa succede se la macchina è elettrica

Qualora si finisse in acqua a bordo di un’auto full electric non bisogna temere l’effetto phon nella vasca da bagno piena. La letteratura ci dice infatti che non dovrebbe esserci il rischio di folgorazione. Questi veicoli sono costruiti ad opera d’arte e in modo tale che siano pienamente sicuri sempre e comunque. Che ci sia maltempo, quindi con pioggia anche forte, piuttosto che all’improvviso ci si trovi in un sottopasso allagato, o ancora che si finisca in un corso d’acqua per qualsiasi ragione.

Il sistema che unisce il propulsore al pacco batterie è isolato dallo chassis, di conseguenza non possono partire scariche elettriche. In generale tutti gli elementi che compongono le automobili elettriche sono protetti e in caso di immersione in acqua la batteria non entra in contatto con le altre parti. In sintesi, anche se si è totalmente inabissati non si rischia nulla in termini di “scossa”.

Qui arrivano le dolenti note. Trattandosi di mezzi particolarmente onerosi e con una tecnologia all’avanguardia, se si rimane vittime di un incidente di questo tipo, si dovranno sborsare parecchi bigliettoni per le riparazioni, ammesso che si possano fare e l’auto non debba andare direttamente al macero.

A questo punto dobbiamo ritenerci al riparo da ogni pericolo? Non del tutto. Le batterie contengono dei liquidi tossici che in caso di fuoriuscita possono comportare dei rischi per la propria salute se ne si inala inconsapevolmente i fumi. Quando poi si è immersi in acqua gli elementi elettrici ad alto voltaggio posso danneggiarsi e provocare un corto circuito. Qui il rischi è che una volta liberata la vettura questa possa prendere fuoco.

Dunque, onde evitare di trovarsi nei guai, chi possiede un mezzo a zero emissioni si tenga lontano dai tratti di strada allagati. Anche se alcuni costruttori adottano la certificazione IP67, legata all’impermeabilità delle batterie per prolungarne la durata e la resistenza ad un un livello d’acqua di al massimo un metro, quando ci si trova in presenza di aree dove l’acqua arriva ai cerchi, è preferibile girare al largo.

Anche se non vi è rischio di folgorazione o altro, meglio adottare un approccio cauto e tenersi lontani da situazioni poco sicure. Tornando invece all’entità dei danni, e chiudendo il discorso, questa è variabile a seconda del grado di immersione e di durata. Più entrambe sono estese, più ci sarà da operare sul veicolo.

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