Si è chiusa un’annata vincente per il Gruppo Stellantis in termini di introiti. Ma quanto ha guadagnato Tavares, Elkann e Agnelli?
Mentre il comparto dell’automotive è evidentemente in crisi per la mancanza dei microchip utili per costruire i veicoli e perché tra la pandemia e lo scoppio della guerra in Ucraina il desiderio di comprarsi un’auto nuova è decisamente calato, Stellantis festeggia. Il Gruppo nato dall’unione tra FCA (già joint venture FIAT e Chrysler) e la francese PSA (Peugeot e Citroen), è infatti reduce da un 2022 con il segno più. Le vendite sono aumentate del 2,20%, e i ricavi sono stati quantificati in ben 179,6 miliardi di euro. Per intenderci, il 18% in più rispetto all’anno precedente. Due le ragioni di questo boom. Il cambio favorevole e tanti modelli a disposizione.
La politica salda dell’azienda in termini di direzione da prendere, quindi sì alla diminuzione dell’impatto inquinante, ma non immediata conversione all’elettrico, ha fatto sì che tanti scettici riparassero sulla loro offerta. A questo proposito non va dimenticato che diversi marchi hanno già abolito del tutto i motori endotermici dal loro parco, e di conseguenza l’alimentazione a benzina o diesel, che resta forte in alcuni Paesi come l’Italia, in termini di preferenze.
La domanda a questo punto è. Tutto questo successo, cosa ha portato nelle tasche dei vertici? Partendo dalla cifra relativa agli utili, ossia 16,8 miliardi di euro, la compagnia ha così retribuito i suoi boss.
Stellantis vola, i maxi stipendi dei manager
Nel suo complesso il consiglio di amministrazione ha incassato 31,1 milioni di euro. Il cachet maggiore è comunque spettato al CEO Carlos Tavares con 23,4 milioni di euro, nel 2021 erano stati 19,1. Di cui 2 milioni di paga base, 7,5 milioni di incentivo a breve termine e 11,5 a lungo termine e 2,3 milioni per la pensione.
Più povero, si fa per dire, il piatto di John Elkann. Il presidente e capo di Exor, la holding azionista di maggioranza del Gruppo, si è portato a casa 5,8 milioni di euro, in questa maniera frazionati: 951mila euro di salario, 1,1 milioni di benefit aziendali (polizze assicurative, alloggi. assistenza sanitaria) e 3,77 milioni di euro come incentivo a lungo termine. In totale, dall’inizio della sua gestione, avvenuto un lustro fa, il 46enne ha incamerato 27,6 milioni di euro.
In fondo alla scala degli incassi, figura Andrea Agnelli, nei mesi scorsi implicato nel marasma del caso plusvalenze legate ai contratti fatti firmare ai giocatori della Juve e alle cessioni, come quella clamorosa che ha interessato Cristiano Ronaldo, nonché dimissionario dal club, oltre che dal cda Stellantis ed Exor (l’effettività del suo addio si concretizzerà in occasione della chiusura dell’Assemblea Generale Annuale degli azionisti in programma il prossimo 13 aprile).
Sul conto corrente del 47enne sono arrivati 223mila euro, giusto una manciata di bigliettoni in più rispetto al vicepresidente Robert Peugeot, che ne ha guadagnati 219mila. In questo caso, il compenso di partenza è stato fissato a 210mila euro, seimila euro in meno dell’annata passata, oltre a 13mila euro di fringe benefits, che hanno subito un incremento rispetto ai dodici mesi precedenti. Presente nelle tre realtà dal 2016, da allora ha ottenuto all’incirca 1,2 milioni di euro.