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Motomondiale

Marquez, arriva la prima decisione in Malesia: delusione in Honda

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Giovanni Messi

Marc Marquez sta provando di tutto e di più in Malesia per rendere competitiva la Honda. Ecco cosa ha deciso l’otto volte iridato.

La seconda giornata di test della MotoGP sulla pista di Sepang ha visto la Honda continuare a soffrire, almeno per quello che riguarda la classifica dei tempi. La prima RC213V è quella del team LCR, affidata ad Alex Rins. Per trovare Marc Marquez e Joan Mir su quelle ufficiali, gestite dalla squadra di Alberto Puig, occorre scendere molto in basso, sino alla tredicesima ed alla sedicesima posizione.

Marquez e la prima scelta sulla Honda (ANSA)

L’otto volte campione del mondo del Motomondiale ha girato in 1’59”450, prendendosi ben sette decimi dall’1’58”736 della Ducati Pramac di Jorge Martin, che è stato il più veloce di giornata. La casa di Borgo Panigale non ne vuole sapere di cedere il passo alla concorrenza, anche se sappiamo che nei test i tempi contano sempre in maniera relativa.

La Honda si sta concentrando sulle comparazioni, e per Marquez ci sono ben quattro moto in pista. Una è quella dello scorso anno, ben riconoscibile perché è l’unica che gira con la livrea ufficiale Repsol. Le altre tre, dipinte di nero carbonio, sono quelle che hanno addosso le varie novità tecniche, ma riguardo a questo ci sono già degli importanti aggiornamenti.

Il nativo di Cervera, ancora una volta, non si è detto soddisfatto a fine giornata, confermando che la RC213V non è una moto da vittoria, almeno per il momento. Le sue parole fanno molto pensare, anche se un pilota di questo livello non va mai dato per morto, anche quando fa fatica.

Marquez, già scartata una delle tre Honda nuove

Marc Marquez è uno dei più attenzionati in questi primi giorni di test della MotoGP, e per il momento, se non che per la mattinata di venerdì, non si è mai affacciato in top ten. Le difficoltà della Honda sembrano senza fine, anche se l’otto volte campione del mondo sembra intenzionato a non voler perdere la calma.

Ecco le sue parole al termine della seconda giornata di lavoro: “Con pista asciutta siamo stati in pista davvero poco, abbiamo potuto fare solo 25 giri. Tuttavia, ci sono bastati per decidere di scartare già una delle tre moto. Decideremo quella che sarà la moto giusta per andare in gara nell’ultima giornata dei test che faremo a Portimao, proprio quelli che precederanno la prima gara della stagione“.

Ci stiamo impegnando molto nello svolgere le varie comparazioni, ma continuiamo ad essere ben lontani dai primi in classifica. Come sceglieremo la moto giusta? Io vado in pista e rilascio il mio feedback alla squadra, poi la Honda prenderà la sua decisione definitiva. Cosa è cambiato con Ken Kawauchi nel ruolo di direttore tecnico? Viene da un’altra squadra come la Suzuki, quindi qualcosa cambierà e sta già cambiando con lui, ha una metodologia di lavoro diversa“.

Marquez ha poi vuotato il sacco, affermando che la Honda, almeno per ora, non può giocarsela per la vittoria, ma forse neanche per il podio: “Posso dire comunque che, per il momento, non possiamo battagliare con la top five, ma ho comunque fiducia nel lavoro che la Honda farà. C’è un’altra giornata per andare in pista, vogliamo fare un passo avanti, per poi puntare ad uno step ulteriore in Portogallo. Dobbiamo essere bravi a mantenere la calma, siamo soltanto al secondo giorno di prove pre-stagionali“.

Dove ci stiamo impegnando maggiormente? Faccio fatica con la parte anteriore, soprattutto nella prima parte di accelerazione quando vado a toccare il gas. In questo aspetto, la Ducati ha un gran vantaggio su di noi. Una cosa positiva è il fatto che il nostro motore abbia molta potenza, ma la dobbiamo rendere anche efficiente“.

La situazione è molto complessa, ma è chiaro che c’è davanti ancora del tempo per poter fare dei passi in avanti. Pensare di poter chiudere il gap, come già detto, è molto difficile in un lasso di tempo così ridotto, ma la Honda e Marc hanno il potenziale per rifarsi sotto. Si tratta di avversari che la Ducati non può sottovalutare.

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Giovanni Messi
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