Importare un’auto dall’estero: quanto costa e come funziona

Quanto costa importare un’auto dall’esterno? Ecco tutti i consigli utili per compiere l’operazione senza rischiare di essere truffati.

Importare un’auto da un Paese straniero è percepita come un’ottima idea per risparmiare denaro. Ma è davvero così? Ci sono molti fattori da tenere presente, ad esempio, i costi di trasporto o le tasse, senza  contare la burocrazia. In questo approfondimento cercheremo di analizzare i pro e i contro fornendo dei suggerimenti utili.

Auto dall'estero (AdobeStock)
Auto dall’estero (AdobeStock)

Per prima cosa, occorre tenere presente che per portare in Italia un veicolo estero è necessaria l’immatricolazione dello stesso all’Ufficio provinciale della Motorizzazione Civile e l’iscrizione al Pubblico Registro Automobilistico.

Di solito questo procedimento è portato avanti dal concessionario, ma se la vendita è tra privati, le procedure devono essere sbrigate in autonomia.

Se l’importazione avviene da una nazione del Vecchio Continente o comunque dallo spazio europeo bisognerà iscrivere la vettura al PRA via Sportello Telematico dell’Automobilista.

In caso venisse dall’extra UE allora sarà necessario recarsi alla Motorizzazione Civile per dare avvio all’immatricolazione. Ottenuta la carta di circolazione si avranno a disposizione sessanta giorni per iscriversi al Registro.

Importare un’auto dall’estero, quali documenti

Come detto se si sta importando un’automobile dall’Unione Europea ci si può riferire allo Sportello Telematico dell’Automobilista. E’ lì che si dovranno effettuare tutte le pratiche previste, ovvero l’immatricolazione e l’iscrizione al PRA. Sia che la macchina sia nuova di zecca, che sia già stata immatricolata, ma non abbia percorso più di 6000 km, o sia stata ceduta entro sei mesi dalla data della prima immatricolazione fuori dai confini. Sia che si tratti di una vettura usata e abbia ecceduto i 6000 km, o sia stata venduta sei mesi dopo la prima immatricolazione.

Nel primo caso la documentazione da inviare è composta da: l’istanza unificata per immatricolazione e l’iscrizione al PRA. La fotocopia della carta d’identità, il codice fiscale dell’intestatario, o il certificato di conformità europeo con omologazione italiana o con la dichiarazione di immatricolazione rilasciata dal costruttore.

Solo se chi acquista è un extracomunitario sarà necessario allegare la copia del permesso di soggiorno valido, o il permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo. Infine è necessario compilare la domanda sul Modulo TT2119.

Nel secondo, invece, andranno allegati l’istanza unificata o in alternativa la dichiarazione di vendita autenticata, piuttosto che la dichiarazione di proprietà con firma autenticata da notaio o da un comune o dai dipendenti delegati di uno STA. La copia di un documento d’identità valido. Il codice fiscale dell’acquirente/intestatario. E il Modulo TT2119 compilato. Come prima, solo se l’acquirente è extracomunitario, ci vorrà anche la copia del permesso di soggiorno valido o permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo.

Se il veicolo in questione proviene dalla Germania o è stato immatricolato in quel Paese fino al 31 maggio 2004, non bisognerà dimenticare di aggiungere il documento di proprietà originale (Fahrzeugbrief). Per quelli immatricolati a partire dall’1 giugno 2004, basterà la copia del documento di proprietà originale (Fahrzeugbrief), o del nuovo documento di proprietà (Zulassungsbescheinigung Teil II).

Cosa succede se l’auto arriva dall’extra UE

Se l’automobile proviene da un Paese extra europeo o vi è la possibilità di presentarsi allo STA, la richiesta di immatricolazione andrà effettuata all’Ufficio provinciale della Motorizzazione. Successivamente andrà domandata l’iscrizione al PRA entro sessanta giorni dal rilascio della carta di circolazione.

Nello specifico a seguito di questo primo passo verrà rilasciato il DU (Documento Unico di Proprietà e Circolazione). Chi si è affidato alla Motorizzazione Civile per l’immatricolazione, potrà recarsi agli uffici delle Unità Territoriali ACI per l’iscrizione al Registro.

Per quanto riguarda la documentazione richiesta, è uguale sia che la vettura sia nuova, sia che sia usata. Va dunque allegato il modello NP2D, la dichiarazione di vendita autenticata. Se il proprietario era già in possesso del veicolo all’estero, può presentare una dichiarazione di proprietà con firma autenticata dal notaio o dal comune. La fotocopia della carta d’identità. Il codice fiscale dell’intestatario/acquirente. In caso la residenza non fosse riportata sul documento d’identità andrà integrata con la dichiarazione sostitutiva del certificato di residenza. La copia della carta di circolazione rilasciata in Italia, o della carta di circolazione propedeutica al rilascio del DU, non valida per la circolazione. E la fotocopia della carta di circolazione estera.

Solamente se l’acquirente è una società giuridica sarà necessaria la dichiarazione sostitutiva da parte del legale rappresentate per l’attestazione della sede della persona giuridica. Se si tratta di un extracomunitario con residenza in Italia, andrà aggiunto il permesso di soggiorno valido o quello CE per soggiornanti di lungo periodo.

Quanto costa l’importazione

Portare in Italia un veicolo dall’estero prevede alcuni costi fissi relativi all’immatricolazione e all’iscrizione al PRA. Vediamoli assieme. L’Imposta Provinciale di Trascrizione o ITP. Qui la tariffa varia a seconda del tipo di mezzo si sta trasportando e la provincia di destinazione. Per l’ACI andranno pagati 27 euro. 32 euro invece servono per il bollo e sempre 32 per il rilascio del DU. I diritti DTT portano ad una spesa di 10,20 euro. Per il rilascio della targa, la somma dipende dal tipo di targa e di macchina. A questo computo vanno sommate le spese per il servizio di intermediazione e di trasporto del mezzo.

E’ importante sottolineare come questo sia completamente a carico dell’acquirente che dovrà rivolgersi ad un’azienda specializzata. Oppure rimorchiare personalmente il veicolo a patto che abbia stipulato una polizza temporanea e si stata applicata la targa.

A chi va pagata l’IVA?

Se l’acquisto dell’automobile avviene all’interno dell’Unione Europea sarà necessario pagare anche l’IVA. Se è nuova l’emolumento andrà al Paese di destinazione. Se è usata, sarà inclusa nel prezzo d’acquisto e indicata in fattura, per cui non dovrà più essere versata.

Circa la targa, se si è residenti nello Stivale da più di tre mesi il nuovo decreto Salvini stabilisce che non si può circolare con identificativo straniero, e neppure provvisorio per l’esportazione.

Come comportarsi quindi? Occorre procedere all’immatricolazione in Italia prima del trasferimento. Ne consegue che sul suolo italiano si arriverà con auto già in regola. Ma ovviamente dovrà esserci il consenso del venditore per avere tutti  i documenti necessari. Se si ottiene il via libera, ricordarsi di radiare il veicolo dal Registro del Paese di partenza. Lo stesso discorso vale se si scegli di trasferire il mezzo come rimorchio.

Circa le tempistiche dell’immatricolazione, queste non sono fisse e neppure universali. Come detto prima, dopo aver ottenuto la carta di circolazione, entro 60 giorni di tempo bisognerà procedere con la domanda di iscrizione al PRA.

Se la procedura avviene tramite lo Sportello Telematico dell’Automobilista, l’attesa è di massimo tre giorni lavorativi.

Acquistare una macchina all’estero: a cosa prestare attenzione

Quando si procede con un’operazione del genere occorre tenere presente che ogni costruttore adatta i veicoli ai mercati in cui le vende. Ciò significa che gli allestimenti e le dotazioni potrebbero essere differenti.

Se il mezzo proviene da oltreoceano sarà ad esempio importante verificare la necessità di adeguamenti sul fronte della sicurezza. Occhio anche al contratto di compravendita, ossia quel documento in cui sono specificati i dati della vettura, la tipologia (se è nuova o usata), il prezzo, la data di consegna e gli allestimenti.

Per quanto concerne il metodo di pagamento optare per quello più affidabile, specialmente se la trattativa è avvenuta online. Evitare di versare acconti, anche minimi, o di coprire tutta la cifra pattuita prima di aver verificato la regolarità dell’auto e la correttezza della documentazione.

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