Vasseur chiede consiglio a Todt: cosa si sono detti

Il neo team principal della Ferrari Vasseur rivela di essersi confrontato con uno dei suoi predecessori. Quale consiglio gli avrà dato?

Con la tre giorni di test a Fiorano è ufficialmente cominciata l’avventura di Frederic Vasseur al comando della Ferrari. Un compito arduo quello che il francese dovrà affrontare e che principalmente si gioca attorno alla riuscita o meno dell’obiettivo iridato che manca dal 2007 tra i piloti e dal 2008 tra i costruttori.

Dopo Stefano Domenicali, Marco Mattiacci, Maurizio Arrivabene e Mattia Binotto, è arrivato il turno di uno straniero. Qualcuno sostiene che un occhio esterno e meno sottoposto alla pressione della stampa locale si rivelerà vincente. Ma ovviamente è troppo presto fare considerazioni in questa direzione.

Frederic Vasseur (LaPresse Foto)
Il team principal della Ferrari Frederic Vasseur (LaPresse Foto)

Nella sua prima uscita pubblica da dirigente del Cavallino, l’ex boss Alfa Romeo non ha temuto di pronunciare il target che tutti i tifosi attendono con ansia. “Vogliamo due coppe“, ha detto, pure consapevole della sfida davanti al team.

E giusto per non saper né leggere, né scrivere, il 54enne si è messo in contatto con Jean Todt. Manager che, malgrado le difficoltà incontrate nei primissimi anni a Maranello, ha permesso alla squadra di dare l’avvio ad una vera e propria era.

Consapevole di non avere molto in comune con il 76enne,  “Forse solo la nazionalità e l’altezza“, ha scherzato parlando a RacingNews365, non accettando nemmeno comparazioni con il periodo glorioso dell’equipe modenese. Quella che schierava Michael Schumacher e aveva tra le sue fila vari ingegneri di livello come Ross Brawn e Rory Byrne. “La F1 è in continua evoluzione, per struttura delle scuderie, regolamenti e tetto alle spese. Certi confronti non sono possibili”, la considerazione.

Vasseur parla con l’ex, quali i suggerimenti

Differenze a parte il colloquio c’è stato. “Ci siamo sentiti via WhatsApp e presto ci incontreremo”, ha reso noto mostrando di essere a tutto orecchie. “Sebbene sia duro avvicinare le situazioni di oggi, con quelle degli anni ’90, sono aperto a qualsiasi indicazione“.

Va detto che anche per Todt non tutto è andato liscio come l’olio. Dal 1996 dovrà attendere il 2000 per vedere il suo pilota di riferimento Schumi avere la meglio sulla concorrenza e da lì dominare per cinque stagioni. Allora in zona Modena ci si dannava l’animo perché era dal 1979 con Jody Scheckter che non si portava a casa nulla di pesante. E quello che aveva tutte le sembianze di un nuovo fallimento, portò la FIAT e non solo, a mettere in discussione colui che poi, andato via dall’azienda italiana nel 2008, diventerà presidente della FIA, restando in carica fino a dicembre 2021.

Amico di lunga data di Toto Wolff, diretto rivale della Ferrari con la Mercedes, il buon Frederic dovrà dare prova di avere sangue freddo e lucidità, per far tornare la squadra in carreggiata, in barba alle simpatie personali. Interrogato poi sulla possibilità di uno scambio continuo di impressioni con lo storico timoniere del muretto rosso, il capo di Darveil ha sostenuto: “Conosco Jean da un ventennio ed è sempre stato vicino alla mia vita professionale, di conseguenza è normale che discuta con lui. Ciò non significa che sia un consulente“, ha precisato escludendo qualsiasi altra lettura del contatto di recente avuto.

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