Wolff, nuova stoccata a Red Bull: l’ammonimento che spaventa

Anche nel 2022 non sono mancate le polemiche tra team principal. Il boss della Mercedes Wolff dice la sua sulle tensioni.

Che sia per gli aspetti tecnici della vettura, per il mancato rispetto del budget cap, o per gli aiutini della FIA all’una o all’altra scuderia, sta di fatto che nel paddock della F1 c’è sempre aria di maretta.

E’ ormai un trend sempre più diffuso che ai testa a testa in pista si affianchino quelli tra i responsabili delle scuderie, spesso in maniera poco edificante e piuttosto pirotecnica.

Toto Wolff (ANSA)
Toto Wolff (ANSA)

Qualcosa che non sembra stupire Toto Wolff. Anzi, per il manager della Mercedes, un po’ di bagarre tra la dirigenza non è nient’altro che la consuetudine data dalla rivalità che deve animare i protagonisti di un Mondiale tanto competitivo come quello della top class.

E’ ancora nella mente di tutti la sequenza di botta e risposta tra il viennese e l’omologo della Red Bull Christian Horner nella fiammeggiante e turbolenta stagione 2021.

Stracci che volano in F1, Wolff non si stupisce

Allo stesso modo, per il 50enne non deve stupire la ricerca di un ausilio facendo pressione sui vertici dello sport.

Bisogna proteggere la propria struttura. E credo che tutti lo facciano“, ha affermato a Motorsport.com. “Nel 2022 non ho assistito a più giochi del solito. Ritengo comunque che siano la norma“.

L’annata conclusa ad Abu Dhabi lo scorso 20 novembre, come noto, ha premiato gli energetici e Max Verstappen, mentre la Stella ha dovuto lottare parecchio con sé stessa, a causa di una W13 ad effetto suolo troppo lenta e alle prese con il porpoising.

Dopo un dominio interrotto dal 2014 le Frecce d’Argento sono passate in secondo piano e i riflettori si sono spostati sulla rivale di Milton Keynes e sulla Ferrari, finalmente tornata in condizione.

Questo fino al GP di Singapore quando il buon Toto ha pensato bene di fare una soffiata. Ovvero che per lo sviluppo della vecchia RB16B gli austriaci avevano speso più del dovuto, eccedendo i 145 milioni di dollari imposti dal budget cap. Un’indiscrezione confermata ad una decina di giorni di distanza dalla Federazione.

Dopo aver lanciato il sasso, l’arguto capo di Stoccarda ha nascosto la mano, lasciando al direttore sportivo del Cavallino Laurent Mekies e al CEO della McLaren Zak Brown l’onere di esporsi chiedendo il massimo della pena possibile per i nuovi leader della massima serie.

La spinosa questione del budget cap

Una lunga riflessione porterà i vertici federali ad infliggere 7 milioni di dollari di multa all’equipe fondata dal compianto Dietrch Mateschitz, più la riduzione del 10% del tempo a disposizione da dedicare alla galleria del vento

Con un astuto colpo di diplomazia, il responsabile del box Mercedes si è espresso definendo la punizione una via di mezzo e mettendo in evidenza un altro particolare. Quello del potere dissuasivo della stessa.

Al di là della sanzione sportiva e di quella finanziaria, certe vicende influiscono sulla reputazione di un marchio. Ecco perché d’ora in avanti non assisteremo più a cose del genere. Nessuno vuole vedere la propria squadra o i propri partner nei guai“, ha precisato esaltando lo spirito di trasparenza e la rilevanza della presenza di una governance che si faccia vedere e sentire.

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