F1, nuova rivoluzione in vista? Ecco cosa accadrà sotto la pioggia

Il Mondiale 2022 della F1 ha palesato evidenti criticità ogniqualvolta si è corso sul bagnato. La FIA interviene per risolvere il problema.

Anche quest’anno la F1 ha rimediato delle figuracce. Non certo come a Spa 2021 quando si arrivò a disputare un gran premio di appena due giri sotto Safety Car, ma non siamo andati tanto lontani. Sembra quasi impossibile ed invece è tutto vero. La serie automobilistica pinnacolo del motorsport, densa da sempre di tecnologia e notoriamente all’avanguardia, cede non appena dal cielo cadono due gocce di pioggia.

La questione ruota attorno ad un fulcro. Quello della visibilità carente. Le gomme intermedie non sono adatte a condizioni estreme. E le full wet creano una nube che non consente ai corridori di vedere.

F1 (ANSA)
F1 (ANSA)

Per questo, in occasione del meeting della Commissione della F1 svoltosi ad Abu Dhabi, si è deciso di sperimentare un paraspruzzi amovibile. Il kit, progettato e fornito dalla FIA dovrebbe essere introdotto nella seconda parte dell’annata.

F1 e pioggia: un problema in via di risoluzione?

Stando a quanto riferito a Motorsport.com dal direttore tecnico dell’ente Nicholas Tombazis, l’escamotage di cui sopra, non dovrà però diventare una costante. Al contrario dovrà essere utilizzato solamente in frangenti di emergenza, come avrebbe potuto essere il Belgio, l’anno scorso.

La volontà è quella di rendere tutti contenti. I tifosi, i driver e i promoter. Ovviamente il tutto sotto l’insegna della sicurezza. “Dobbiamo proteggerci dal rischio di dover annullare una gara“, ha spiegato. “Se si pensa a quante persone guardano i GP in tv, o quanti spettatori comprano i biglietti, piuttosto che il denaro sborsato dalle squadre, bloccare un evento è da irresponsabili“.

L’idea, comunque, non è solo sulla carta. Sui CFD federali sono già state fatte delle simulazioni. “Dovremo cercare di ridurre l’impatto sull’aerodinamica, perché per ora, seppur piccolo, è presente”.

Lo studio è partito da come si genera il famoso “spray”. “Quello che più difficile da comprendere è la proporzione di acqua che viene evacuata dal diffusore posteriore rispetto a quella delle coperture“, prosegue il tecnico. “Una volta che avremo  a disposizione tutti i dati, realizzeremo dei prototipi e li proveremo su alcune monoposto per avere una conferma dalla pista“.

L’obiettivo che la Federazione si è posta, è quella di dimezzare l’impatto dell’effetto disturbante. Ciò che l’ingegnere ha poi voluto sottolineare è che tale sistema non sarà usa e getta. Nel senso che pur essere rimovibile, non potrà essere rimosso in fase di pit stop.

I meccanici potranno montarlo e smontarlo solo prima della partenza o dopo una bandiera rossa. Anche con condizioni meteo in miglioramento il dispositivo dovrà restare sulla vettura”, ha infine precisato il 54enne.

Nel campionato appena concluso un caso al limite dell’indecenza è verificato ad ottobre a Suzuka. Il GP sotto l’acqua è durato lo spazio di tre tornate, per poi essere interrotto e riprendere un paio di ore in regime di vettura di sicurezza. Di certo non uno spettacolo esaltante e decoroso per la top class, che continua a fregiarsi del titolo di massimo esempio di competizione a quattro ruote, ma poi non è in grado di gestire una situazione banale e prevedibile di maltempo.

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