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Motomondiale

MotoGP, disastro giapponese: il dato condanna Honda e Yamaha

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Giovanni Messi

La Ducati ha dominato anche a Motegi, mentre Honda e Yamaha ormai sono comparse in MotoGP. La statistica è devastante per loro.

Il Gran Premio del Giappone della MotoGP ha segnato l’undicesima vittoria stagionale della Ducati, che ha lasciato un successo ad Aprilia e KTM e tre alla Yamaha, mentre la Honda è ancora ferma a zero. Per la casa di Borgo Panigale siamo a sei trionfi consecutivi, con i quattro di Pecco Bagnaia che sono stati seguiti dall’affermazione di Enea Bastianini in quel di Aragon e da Jack Miller a Motegi.

MotoGP Yamaha ed Honda (ANSA)

Con il titolo costruttori già in tasca da oltre una settimana, la casa di Borgo Panigale ha ribadito il suo dominio sulla MotoGP, ma nonostante questo il mondiale costruttori è tutt’altro che scontato. Bagnaia è caduto all’ultimo giro nel tentativo di attaccare Fabio Quartararo, ed ora è tornato a -18 in classifica, con il campione del mondo che ha portato a casa un modesto quanto pesantissimo ottavo posto.

La top class odierna, non lo abbiamo scoperto di certo in Giappone, è in grossa crisi di identità, e siamo certi che una gara con una griglia così particolare avrebbe regalato un grande spettacolo negli anni passati. Con il triplicarsi dell’elettronica ed un’aerodinamica sempre più influente, per chi parte da dietro è praticamente impossibile recuperare, come dimostra la corsa di Bagnaia e quella di Enea Bastianini.

I due, che non avevano avuto concorrenza a Misano e ad Aragon, non sono andati oltre il nono ed il decimo posto nel corso della loro rimonta, con Pecco che ha poi ceduto il passo al suo futuro compagno di squadra con il ritiro dell’ultimo giro. A godere è proprio Miller, che davanti ha corso praticamente da solo, grazie ad un passo infernale e ad una Ducati praticamente inarrestabile.

A giocarsela con lui ci ha provato Jorge Martin sulla Pramac, ma la resistenza dello spagnolo è durata giusto un paio di giri, prima di ritrovarsi costretto a cedere alla superiorità di Jack. Le grandi assenti, ed ormai non è una novità, sono state nuovamente Honda Yamaha, con Marc Marquez quarto e Quartararo ottavo come migliori risultati.

L’otto volte campione del mondo ha fatto un week-end capolavoro, siglando la pole position sul bagnato e chiudendo ai margini del podio. Sull’asciutto, tutti si attendevano una gara ad handicap per Marquez, che invece ha perso soltanto tre posizioni rispetto alla griglia di partenza, strappando il quarto posto alla KTM di Miguel Oliveira a pochi chilometri dalla fine. Tuttavia, la crisi tecnica delle moto giapponesi resta un fatto inconfutabile.

MotoGP, Honda e Yamaha giù dal podio a Motegi

La MotoGP è sempre stata terra di conquista per le case giapponesi, con Honda e Yamaha che dal 2002 in avanti hanno vinto tutti i titoli, eccezion fatta per il 2007 con la Ducati di Casey Stoner e per il 2020, quando l’iride andò alla Suzuki di Joan Mir. Per la prima volta nella storia, le due case di riferimento non hanno chiuso sul podio nel Gran Premio del Giappone, dove ai primi tre posti troviamo due Ducati ed una KTM.

Ovviamente, sul podio non è salita neanche la Suzuki, che sin dall’annuncio dell’addio alla MotoGP che arriverà a fine stagione non ha più ottenuto risultati di rilievo. L’unica speranza per la Honda è il ritorno al top di Marc Marquez, che già a Motegi ha fatto vedere di aver riacquistato un buon livello di competitività.

L’otto volte campione del mondo aveva già vinto qui nel 2016, 2018 e 2019, con la Honda che si era imposta anche nel 2015 grazie a Dani Pedrosa. L’ultima affermazione della Yamaha risale al 2014 con Jorge Lorenzo, trionfatore anche nell’edizione precedente. Dal 2008 in poi, solo la Ducati è riuscita a far “eccezione”, in particolare nel 2017 con Andrea Dovizioso, ed all’elenco si ora aggiunto anche Jack Miller con il successo nell’edizione 2022.

Ormai è davvero chiaro a tutti: Honda e Yamaha sono le nobili decadute, ed è bene che inizino a rialzarsi in fretta vista la superiorità tecnica acquisita dalla Ducati, ma anche dall’Aprilia. La casa di Iwata punta molto sul prossimo anno e sul nuovissimo motore, che nei test di Misano ha già fornito ottimi riscontri, anche se poi la gara è un’altra storia.

Lo sviluppo aerodinamico e motoristico svolto dalla casa di Borgo Panigale ha tagliato le gambe alla concorrenza, che deve chiudere un gap davvero importante. Proprio per via di questa superiorità, Pecco Bagnaia ha quasi l’obbligo di vincere il mondiale, dal momento che un’occasione così non si ripeterà troppo presto. Le prossime gare saranno decisive.

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Giovanni Messi
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