Red Bull-Porsche, divorzio prima del matrimonio? Rivelazione di Marko

In una intervista, il superconsulente della Red Bull è tornato sul mancato accordo con Porsche e ha spiegato cosa non andava.

La F1 continua ad espandersi nel mondo. Dalla FIA Stefano Domenicali ha fatto sapere che il numero di GP è destinato ancora a salire, con un limite però che dovrebbe attestarsi attorno ai 24 GP l’anno,, uno in più in pratica di quelli previsti quest’anno, con l’addio al GP di Russia per le note vicende della guerra in Ucraina. Dall’altra parte però, con la discussione ormai giunta al termine sui regolamenti in vista del 2026, anno in cui la F1 darà di nuovo la “scossa” con nuove vetture e motori diversi, si parla sempre più insistentemente di nuove scuderie o case motoristiche che vogliono mettersi in competizione nel Circus.

Helmut Marko (ANSA)
Helmut Marko (ANSA)

Proprio tra quattro anni il primo che farà ingresso in F1 come fornitore di motori sarà Audi, mentre ormai da diversi mesi circola anche il nome di Porsche. In realtà in questo caso le voci sono state riguardo a una possibile partnership con la Red Bull che, dopo l’addio alla Honda e la produzione in casa dei motori, per ora con l’aiuto dei tecnici giapponesi, è in cerca di nuovi accordi. Anche perché dovesse rimanere in proprio, non usufruirebbe dal 2026 di tutti quei vantaggi che dovrebbe avere un nuovo marchio motoristico che entra in F1.

La realtà però è che fin da subito i colloqui per arrivare a un accordo sono sembrati molto delicati. Poi, nelle ultime settimane, l’annuncio della fine delle trattative, spiegata anche da un comunicato da Porsche. Il motivo è presto detto. Secondo la casa tedesca, “la partnership si sarebbe articolata su un piano di parità, che avrebbe incluso non solo una partnership sui motori, ma anche del team”. Ma proprio questo punto è risultato impossibile da raggiungere.

Mentre la Porsche continuerà a cercare un accordo con altri team per entrare in F1, ci si è chiesti anche chi si è messo di traverso in casa Red Bull. La sensazione è che a imporsi sia stato da una parte Christian Horner, che non voleva condividere alla pari un’avventura simile. Dall’altra però il superconsulente della casa anglo-austriaca Helmut Marko, che avrebbe ottenuto il supporto del socio thailandese di Red Bull per evitare di perdere la maggioranza del team.

Red Bull e la versione di Marko

Conosciuto per non avere peli sulla lingua, il superconsulente Red Bull è tornato proprio a OE3 a parlare del mancato accordo con la Porsche, dando la sua versione dei fatti. “Non abbiamo bisogno di nessuno al momento”, ha spiegato, mettendo in chiaro che la scuderia è interessata a sinergie e che, dopo la fine delle trattative con il marchio tedesco, hanno ricevuto nuove proposte. Ed è spuntata di nuovo, a sorpresa, la Honda. Un ripensamento dopo l’addio dello scorso anno? Chissà.

“Abbiamo deciso che nessuna delle due parti avrebbe beneficiato di un accordo del genere – ha ribadito Marko -. La Porsche negli ultimi mesi aveva manifestato l’intenzione di rilevare la Red Bull o di subentrare nella scuderia. In pratica volevano controllare praticamente tutto, ma ovviamente non funziona così. La questione sarebbe diventata troppo burocratica e che avremmo perso la nostra flessibilità come team”. Detto ciò, la Red Bull rimane in buone mani e il futuro è comunque assicurato: “Abbiamo il pilota più veloce, Max Verstappen, sino al 2028. Abbiamo Adrian Newey, il miglior progettista. Abbiamo un reparto motori che sarà operativo in maniera piena tra 55 settimane. Il primo motore è stato già acceso e questo significa che siamo autosufficienti”. ma sarà davvero così o nelle prossime settimane o mesi dovremo aspettarci qualche altra sorpresa?

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