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Formula 1

Ferrari, gli errori non insegnano: lo stratega difende ancora le scelte

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Giovanni Messi

La Ferrari continua a sbagliare ad ogni singola gara, senza mai imparare dai suoi errori. In più, a Maranello si è convinti di aver ragione.

Dopo il Gran Premio di Ungheria, uno dei più neri per la Ferrari degli ultimi anni, i tifosi del Cavallino, già contrariati per l’ennesima sconfitta, sono stati presi in giro in mondovisione dalle parole di Mattia Binotto, il quale ha affermato che non era stato commesso alcun errore di strategia e che al muretto non ci fosse nulla da cambiare.

Ferrari F1-75 (LaPresse)

Come può un team principal, che dovrebbe volere il bene del proprio team, affermare un qualcosa del genere? Sembra davvero assurdo dover constatare delle dichiarazioni del genere, ed ancor più clamoroso è ciò che è accaduto a Spa-Francorchamps. L’ingegnere di Losanna non si è infatti presentato ai microfoni di “SKY Sport F1“, è tutto è legato al diverbio avuto con Carlo Vanzini nell’intervista di Budapest.

Il giornalista milanese aveva messo in difficoltà, in maniera del tutto lecita, Binotto per l’errore della scelta sulle gomme Dure, ma il boss della Ferrari se l’era presa in maniera inspiegabile, segno di quello che è il livello in questo momento a Maranello. Purtroppo o per fortuna, la dimensione di tutto questo la danno i risultati, con la Red Bull e Max Verstappen ad un passo dal bis mondiale, mentre la Rossa resterà ancora a secco.

Il digiuno proseguirà ancora a lungo, dal momento che la RB18, in Belgio, ha messo in mostra una superiorità devastante, che anche in chiave 2023 appare davvero molto difficile da chiudere. Proprio per questo motivo, l’Olanda sarà fondamentale, e se si dovesse ripetere una differenza sul giro e sul passo gara simile, la F1 potrebbe davvero dire addio alle speranze di vedere campionati combattuti.

Il povero Charles Leclerc si è ritrovato anche scavalcato da Sergio Perez in classifica, una beffa dopo l’altra all’interno di una stagione in cui ha ottenuto ben sette pole position, ma con sole tre vittorie all’attivo. Il monegasco non può nulla di fronte alle nefandezze del suo box, ed ora non ha neanche più la macchina migliore a disposizione. A Zandvoort, a casa di Verstappen, servirà un miracolo.

Ferrari, Rueda difende il pit-stop di Leclerc

La Ferrari non aveva commesso particolari errori strategici nel corso del Gran Premio del Belgio, prima della solita, geniale chiamata ai box del tutto priva di senso. A due giri dalla fine, Charles Leclerc è stato richiamato dentro mentre era tranquillamente al quinto posto, e nonostante la sua contraria volontà.

Il monegasco ha detto un paio di volte che non era sicuro per via dell’esiguo margine sull’Alpine di Fernando Alonso, ma alla fine è entrato lo stesso per un set di gomme Soft. Nel rientrare, Leclerc ha superato il limite di velocità nella pit-lane per via di un problema ad un sensore, perdendo effettivamente la posizione con lo spagnolo a seguito di una penalità di cinque secondi.

In Ferrari, ed ormai è evidente, è una corsa al massacro, anche perché la sosta di Charles non aveva senso, visto che il giro veloce di Max Verstappen era del tutto inarrivabile, ed infatti Leclerc si è fermato ad oltre mezzo secondo pur utilizzando il DRS nel primo settore per attaccare Alonso. Come al solito, all’interno del box di Maranello non esiste l’ammissione degli errori, e lo stratega Inaki Rueda si è detto sicuro della sua scelta, senza metterla in dubbio.

Alla fine della corsa, abbiamo notato dai dati che c’era una finestra aperta per provare a togliere il giro più veloce a Max Verstappen. Lo abbiamo, quindi, chiamato dentro per montargli un set di gomme Soft, ma purtroppo non è andata come speravamo. Non abbiamo battuto il giro veloce per sei decimi e ci siamo anche presi una penalità per via dello speed limit in corsia dei box. Tuttavia, se non ci proviamo non possiamo definirci dei corridori a questi livelli“.

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Giovanni Messi
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