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Mercato

Auto, il mercato è in crisi nera: i dati di aprile sono sconvolgenti

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Giovanni Messi

Il mercato dell’auto sta vivendo un periodo terribile, con i dati del mese di aprile che hanno rivelato una situazione ai limiti storici.

Quello attuale è un periodo molto complicato per diversi settori, che dopo le bordate subite per via del Covid-19 si sono dovuti scontrare anche con la realtà della guerra in Ucraina. Il settore dell’auto non fa di certo eccezione, anzi, si può dichiarare con chiarezza che è uno di quelli che stanno soffrendo maggiormente.

Auto (ANSA)

Al giorno d’oggi, specialmente in un paese in recessione come l’Italia, e lo scarso potere d’acquisto per via dei bassi salari, l’acquisto di un’automobile nuova è diventato un lusso che in pochi si possono permettere. Tuttavia, quello che colpisce è il fatto che la crisi non riguardi solo il nostro paese, bensì tutto il mercato europeo dell’auto.

Auto, i dati di aprile rivelano la crisi del mercato

Il mercato dell’auto sta affrontando un periodo tremendo, ed i dati di aprile rappresentano quasi i minimi storici. Secondo quelli che sono i dati forniti dall’Acea, nell’area composta dai Paesi Ue ed Efta e dal Regno Unito sono state immatricolate solo 830.447 vetture, con un clamoroso calo del 20,2% rispetto ai dati dell’aprile del 2021, con un’aggravante non di poco conto.

Lo scorso anno, nel mese in particolare di aprile, molti paesi stavano affrontando diversi lockdown, come ad esempio anche l’Italia. Nella prima parte del quarto mese del 2021, in Italia vi erano tantissime zone rosse, e tutto il resto del paese era sotto zona arancione, per cui con poca possibilità di spostamenti.

Secondo quanto riportato da “Quattroruote“, i dati sono a dir poco drammatici per tutto il mercato europeo: “Il trend della domanda, infatti, mostra un progressivo aumento dei  tassi di contrazione: -18,8% a marzo, -5,4% a febbraio e -2,4% a gennaio“. Su tutto ciò, ovviamente, influisce anche una serie di fattori.

Vi avevamo parlato, nel mese di febbraio, del fatto che Volkswagen ed Audi fossero state addirittura costrette a bloccare la produzione di alcuni modelli, per via della crisi dei microchip ed anche della guerra tra Russia ed Ucraina. Gran parte dei cablaggi elettrici necessario per la costruzione delle auto viene infatti prodotta nel paese di Kiev, e l’ingresso delle truppe di Vladimir Putin non ha che peggiorato una situazione già al collasso.

La crisi della domanda è molto forte in aree ben precise dell’Europa: nel Regno Unito c’è un -15,8%, mentre nei paesi EFTA si registra un clamoroso -25,6%. In Italia c’è un dato raggelante, visto che la crisi della domanda ha portato ad un devastante -33%. Alle spalle del nostro paese ci sono la Francia (-22,6%), la Germania (-21,5%) e la Spagna (-12,1%).

A livello di maggiori produttori, davanti a tutti si conferma il gruppo Volkswagen, seguita da Stellanti, che è proprietaria di Fiat ed Alfa Romeo. Le uniche case in crescita sono la DS (+17,7%) ed anche la sopracitata Alfa Romeo (+6,1%). Disastro, invece, per molti altri: -34,9% per la Peugeot, -32,1% per la Opel, -29,4% per la Fiat, -29,8% per la Citroën, -28,5% per la Jeep, -46,4% per la Lancia e -15,2% per la Maserati.

Come detto, in testa ai produttori in crisi c’è la Volkswagen, che ha da poco comunicato che nel 2026 entrerà in F1 con i suoi brand di punta, vale a dire Porsche ed Audi. Indicazioni negative anche per la BMW, che segue di pari passo i dati della Skoda e dell’Audi, confermando che anche in Germania si sta attraversando un periodo nero.

Il mercato dell’automobile appare ben lontano dall’uscita dalla recessione, ed è anche questo uno dei motivi per cui appare difficile che entro il 2030 nessuna auto diesel potrà più circolare. I cittadini fanno fatica ad acquistare una vettura a motore endotermico, figuriamoci le elettriche che viaggiano su cifre spesso inarrivabile. Per le case è necessario invertire il trend, altrimenti la situazione si farà drammatica.

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Giovanni Messi

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