Marquez, tensione al box Honda? Spunta fuori un retroscena

In forte difficoltà da inizio stagione, la Honda MotoGP non sembra in grado di riprendersi. L’ex manager Haro spiega le ragioni.

Il periodo di dominio della Honda in MotoGP sembra lontano anni luce. Sulla scia dello scorso mondiale, anche in questo primo scampolo di 2022 un po’ tutti i marchi si stanno dimostrando in grado di lottare per la vittoria, dalle scuderie ufficiali a quelle satellite come Pramac o Gresini. E ad oggi l’unico podio ottenuto da una HRC si è verificato in occasione del debutto stagionale di Losail con Pol Espargaro.

Marc Marquez, Honda HRC (Ansa Foto)
Marc Marquez, Honda HRC (Ansa Foto)

Un crollo netto quello del costruttore nipponico, coinciso con l’inizio delle problematiche fisiche di Marquez nel 2020, diventando via via più importante. E pensare che durante l’inverno, la strada pareva ritrovata ed invece, una volta scattato il campionato, sono emersi tutti gli handicap di una moto che esige una revisione, come confermato dal team manager Alberto Puig.

Honda in crisi: perché Marquez è stanco

Per questo, dopo il round di Jerez de La Frontera in programma il prossimo weekend, l’equipe asiatica organizzerà un test nella speranza che le novità inviate dal Giappone portino frutti.

Stando a quanto sostenuto da Oscar Haro, uomo che conosce alla perfezione l’ambiente, specialmente quello HRC, la RC213V avrebbe numerose carenze. Sebbene tutti si stiano impegnando a fondo qualcosa non funziona e a meno che non vi siano condizioni di bagnato, la risposta del bolide non è adeguata.

Sempre secondo l’ex dirigente, il rider di Cervera sarebbe il più frustrato. “In Portogallo era davvero innervosito dal non riuscire a superare suo fratello Alex con una LRC. C’è stata della tensione al box. Lui deve dare sempre un plus, e ad un certo punto ti stanchi di farlo“, ha raccontato sul canale Twitch di Nico Abad.

All’origine delle difficoltà ci sarebbe anche la logistica. Le informazioni devono viaggiare tra due Continenti, con fusi orari diversi e i passaggi di mano delle comunicazioni è molto lenta.

In Europa funziona diversamente. Non dico che sia meglio o peggio. E’ solo differente. E specialmente se ci sono delle criticità Honda reagisce con tempi molto rallentati“, ha proseguito nella riflessione.

Proseguendo con la radiografia dei mali della moto di Marquez, il madrileno ha sottolineato come fino a due anni fa non vi fossero intoppi. “L’avevano sviluppata lui e Pedrosa. Due piloti piccoli, aggressivi, che cercavano l’appoggio all’anteriore. In seguito sono arrivati corridori con un altro genere di esperienza e caratteristiche e si è persa la bussola“, ha segnalato.

La paura di creare un mezzo ad hoc per un solo pilota ha portato la Casa giapponese a cadere in errore. “L’azienda ha capito che focalizzandosi su un solo corridore poteva essere rischioso in caso di impedimenti per quest’ultimo. Ma dopo due campionati senza Marc a dettare la linea, ora la moto non va bene per nessuno“, ha concluso il suo commento, invitando i vertici ad aprire le orecchie e ad ascoltare le indicazioni del #93 che, come sappiamo, sono state efficaci e hanno portato il team Respol a raccogliere molteplici successi in passato.

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