F1, cosa farebbe Hamilton con Williams o Haas? Gasly non ha dubbi

Gasly spiega che in F1 le monoposto fanno una grande differenza ancora, non basta essere Hamilton per andare forte.

Avere talento in Formula 1 non è sufficiente, anche se è di grande aiuto ed è una condizione di base per essere presente in griglia. Per poterlo esprimere, infatti, è necessario disporre di una macchina competitiva.

Pierre Gasly
Pierre Gasly (GettyImages)

Con una monoposto da ultime file diventa difficile mostrare il proprio valore. Ci sono alcune singole occasione nelle quali è possibile farlo, però è davvero complicato. Basti vedere George Russell, un leone in gabbia con una Williams che solamente nel 2021 gli ha permesso alcuni exploit.

Lo stesso Mick Schumacher, campione della Formula 2 nel 2020, è approdato in F1 con una Haas da ultime posizioni e non è riuscito a far vedere di cosa è capace. Questi sono due casi recenti, però ce ne sono tanti di piloti talentuosi che guidando per team non al top non hanno potuto far vedere il loro potenziale completo.

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Uno che ha fatto bene con una scuderia di media classifica è Pierre Gasly, che con l’AlphaTauri (ex Toro Rosso) ha fatto intravedere di avere il talento per diventare un top driver. Peccato che quando ha avuto l’occasione di guidare per la Red Bull nel 2019 non sia riuscito a sfruttarla, perché non era ancora pronto e maturo per sopportare quella pressione e affiancare un compagno come Max Verstappen.

Gasly spera di fare un grande 2022 per meritarsi una nuova promozione in Red Bull, anche se Sergio Perez farà di tutto per tenersi quel sedile. Il pilota francese ci tiene ad avere una seconda chance per dimostrare che può guidare ad altissimi livelli. Con l’AlphaTauri non può lottare per podi e vittorie, se non in gare particolari.

Intervistato dalla trasmissione Mashup, Gasly ha spiegato che guidare una vettura competitiva è fondamentale e che non basta il talento: “Purtroppo nel nostro sport la macchina fa la maggior parte del risultato. Anche se Hamilton è il pilota migliore della storia della Formula 1, oggi con una Williams o con una Haas finirebbe nelle ultime posizioni. Non arriverebbe neanche terzo o quinto, sarebbe sedicesimo o diciottesimo”.

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Il driver transalpino conferma quello che tutti pensano. Per quanto un pilota possa essere veloce e anche intelligente nella gestione delle gare, senza un’auto competitiva è complicato ottenere i piazzamenti migliori. Lo stesso Lewis Hamilton, se guidasse una Haas o una Williams, sarebbe nelle ultime file della griglia.

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