Suzuki, Joan Mir detta la linea per la prossima stagione

Joan Mir in difficoltà sul bagnato di Misano, il giro secco resta il grande problema di Suzuki. Per il 2022 ha delle richieste ben precise.

Joan Mir (getty images)

Joan Mir si riscopre in difficoltà anche sul circuito di Misano. Non centra l’accesso diretto al Q2 e dovrà passare per il Q1, ma ormai i problemi della Suzuki GSX-RR gli sono be noti. “Sono stato competitivo in entrambe le sessioni di prove (del venerdì, ndr) e ho trovato un buon feeling con la moto. Sfortunatamente, abbiamo perso l’ultima occasione quando la pista si è asciugata. Quando la pista si asciuga abbiamo ancora alcuni problemi che dobbiamo risolvere, perché è troppo scivoloso per noi”.

Problemi sul bagnato

Nulla è cambiato sabato mattina in condizioni di full wet concludendo al 12° posto e con un gap di 7 decimi dal best lap di Johann Zarco. Il maiorchino dovrà puntare a difendere quantomeno la terza posizione in classifica finale. Dal suo esordio in classe regina ha migliorato lo stile di guida con le gomme rain, ma non basta per restare ai vertici, specialmente sul giro secco dove i problemi si manifestano anche sull’asciutto. Da tempo le qualifiche sono il tallone d’Achille della Suzuki. “Sotto la pioggia, è tutta una questione di fiducia. Più ti senti sicuro più hai il coraggio di mettere il tuo peso sull’anteriore e sul posteriore, acceleri diversamente e fai lavorare le gomme”, ha precisato Joan Mir. “Non è facile spostare una MotoGP sul bagnato, ma più si acquisisce fiducia, più è facile”.

La moto del 2022

Per il prossimo anno il campione maiorchino ha le idee chiare sulla linea evolutiva che la Casa di Hamamatsu dovrà seguire per riportarsi in lotta per il Mondiale. “Suzuki deve migliorare con il telaio e in varie aree, il dispositivo holeshot deve essere migliorato e dobbiamo fare qualcosa per il motore. Tutto sommato, non possiamo chiedere a Suzuki di fare grandi cambiamenti, perché la nostra base è buona”, ha concluso Mir. “E’ sempre molto difficile sorpassare le Ducati, è un incubo. Può essere molto frustrante”.

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Joan Mir (getty images)
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