Anche dopo le qualifiche del Gran Premio d’Ungheria gli esperti puntano di nuovo il dito contro Lewis Hamilton: la polemica non si placa
Dopo le polemiche che lo avevano investito per l’incidente con il quale ha buttato fuori il suo diretto rivale nella corsa al titolo mondiale, Max Verstappen, al Gran Premio di Gran Bretagna, Lewis Hamilton torna ad essere investito dalle critiche anche dopo le qualifiche del Gran Premio d’Ungheria.
Colpa del suo comportamento durante la fase finale, e decisiva, della corsa alla pole position, che in effetti alla fine si è aggiudicata. Il campione del mondo in carica è stato accusato di avere ostacolato volutamente le Red Bull, rallentate prima del loro ultimo tentativo lanciato proprio dalle Mercedes dell’anglo-caraibico e del suo compagno di squadra Valtteri Bottas.
Le due vetture dei Bibitari si sono ritrovate alle spalle delle Frecce nere, che procedevano lentamente, e di fatto sono state danneggiate: Max Verstappen non è riuscito a portare a temperatura nel modo ideale le gomme, mentre Sergio Perez addirittura non ha potuto compiere il suo giro, perché è transitato sotto il traguardo nel momento in cui sventolava già la bandiera a scacchi.
Molti esperti osservatori hanno ipotizzato che questa azione da parte di Hamilton sia stata intenzionale. “Se l’ha fatto apposta, non è stata una cosa bella”, è stato il commento tagliente dell’ex pilota di Formula 1 Romain Grosjean su Twutter.
Ancora più duro il suo ex vicino di box, nonché rivale, Nico Rosberg: “Io avrei comunque investigato, se fossi stato nella Fia”, ha dichiarato ai microfoni di Sky Sport. “Se la regola prevede che bisogna transitare tra le due linee di safety al massimo in 1:31 e lui ci ha messo 1:50, probabilmente un’indagine l’avrei aperta”.
Il sette volte iridato, dal canto suo, si è difeso sostenendo di essere stato a sua volta rallentato da Bottas: “Mi sembra un ragionamento un po’ contorto”, ha ribattuto in conferenza stampa. “Tutti nel giro di lancio sono stati lenti, e io non potevo certo spingere Valtteri. Ma non ho bisogno di giochetti del genere. So cosa faccio quando guido, e vado forte abbastanza per non dover utilizzare tattiche del genere”.
Ma la stoccata finale di Rosberg, in risposta, è stata ancora più sarcastica: “Come sempre capita con Hamilton, alla fine la colpa è di qualcun altro…”.
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