Il racconto della vita e della carriera sportiva di Fausto Gresini, scomparso a 60 anni appena compiuti per colpa del coronavirus
È scomparso per colpa del coronavirus all’età di 60 anni, compiuti solo lo scorso 23 gennaio, Fausto Gresini, un uomo che ha legato a doppio filo la sua vita al mondo del motociclismo, prima come pilota, poi come dirigente della scuderia da lui stesso fondata.
Nato a Imola, nel cuore della terra dei motori italiana, nel 1961, dopo un apprendistato da meccanico Gresini esordì nel Motomondiale nel 1982, a soli ventun anni, nella classe 125, dove avrebbe trascorso l’intera sua carriera agonistica in sella. Avrebbe difeso i colori prima della Mba, poi della Garelli, quindi della Aprilia e infine della Honda.
Proprio con la Garelli ottenne il maggior numero di soddisfazioni: i due titoli mondiali nel 1985 e nel 1987, anno in cui dominò incontrastato l’intera stagione, vincendo tutti i Gran Premi tranne quello del Portogallo, per colpa di una foratura mentre era in testa alla gara. Nel 1994 avrebbe appeso il casco al chiodo, dopo aver conquistato in tutto ventuno successi, che lo hanno reso uno dei campioni più vincenti della sua epoca nella classe inferiore.
Fausto Gresini passò alla sua nuova veste di team manager nel 1997, e già dopo soli quattro campionati di vita, nel 2001, la sua neonata squadra conquistò il titolo mondiale in classe 250 grazie a Daijiro Kato. Sarebbe stato il primo dei tre campionati iridati conquistati dalla scuderia Gresini Racing: a quello inaugurale sarebbe seguito quello di Moto2 nel 2010 con Toni Elias e quello di Moto3 nel 2018 con Jorge Martin.
In MotoGP la struttura è stata per molti anni squadra satellite della Honda, riuscendo ad aggiudicarsi vittorie a ripetizione nei Gran Premi grazie a Sete Gibernau (ben otto successi), Marco Melandri (cinque) e Toni Elias (uno). Ma, oltre alle gioie dei trionfi, l’esperienza da boss in MotoGP ha riservato anche tante tragedie al povero Fausto, che ha dovuto vivere la scomparsa di ben due suoi piloti, Daijiro Kato nel 2003 e Marco Simoncelli nel 2011, a causa di altrettanti incidenti fatali.
Dal 2014, la Gresini Racing è diventata squadra ufficiale dell’Aprilia in MotoGP, ma l’accordo è destinato a concludersi al termine di questa stagione, per far tornare il team nella classe regina completamente indipendente a partire dal 2022. Purtroppo, senza più poter contare sulla spinta, sull’entusiasmo e sull’esperienza del suo patron e condottiero, che ha lasciato orfani tutti i suoi uomini.
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