Il boss Ferrari Binotto minimizza le novità che vedremo sulla SF21. L’energia sarà focalizzata sull’auto 2022.
Aveva alzato l’asticella al terzo posto costruttori, ma subito dopo Mattia Binotto ha messo in discussione il proposito appena formulato per il mondiale al via dall’Australia il prossimo 21 marzo. Troppo ampio il distacco dai migliori e troppo poche le chance di intervenire sulla macchina, a fronte di una riduzione del 60% del tempo da trascorrere in galleria del vento e del congelamento del telaio.
“Il 2021 sarà un anno particolare in cui dovremo anche fare una scelta di priorità tra gli obiettivi stagionali e quelli del 2022”, ha dichiarato il boss Ferrari ai media collegati in videoconferenza.
Malgrado non abbia permesso a Vettel e Leclerc di portare a casa risultati di peso, il dirigente del Cavallino ha quindi confermato che la macchina che vedremo in pista da Melbourne sarà sulla falsariga della SF1000 anche a causa del budget cap che per forza di cosa costringerà il gruppo a fare delle rinunce. “Il vecchio progetto non è interamente da buttare”, ha sottolineato. “Tra Portimao e Abu Dhabi abbiamo provato nuovi diffusori che ci hanno aiutato a risolvere i problemi di correlazione tra il simulatore e il circuito, per cui continueremo ad utilizzarli”.
Da gennaio l’equipe modenese inizierà a lavorare sul progetto della monoposto a effetto suolo. Un’opportunità importante per il team che manca dal 2008 dalla corona iridata, a fronte della forte discontinuità dal punto di vista del regolamento tecnico. Per lei però c’è un rischio, quello che una volta sfruttati gli aggiornamenti iniziali, la Rossa pian piano scivoli indietro. Esattamente il contrario rispetto a quanto accaduto nel campionato appena concluso quando a Maranello si sono praticamente plafonati sull’inverno, già deludente, del Montmelo, salvo poi tentare la risalita quando ormai era tardi e le altre scuderie avevano rafforzato le aree deboli così da superarla e lasciarla boccheggiare in un’amara sesta piazza.
Chiara Rainis
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