MotoGP, come si sono difesi i team dal rischio Covid-19

L’emergenza Coronavirus ha contrassegnato la stagione 2020. Ecco come si sono difesi i team dal rischio contagio e le regole seguite.

getty images

Si sta per chiudere questa stagione MotoGP contrassegnata dal Covid-19, resta alta l’attenzione come richiede il protocollo stilato dalla Dorna, che richiede il rispetto di condizioni speciali e grandi misure di sicurezza all’interno e fuori dal paddock. L’obiettivo è ridurre al minimo il rischio di contagio tra il personale dei team, impresa riuscita con successo, visto che il Mondiale è stato portato a termine pur contando alcuni contagi.

Come è stato possibile realizzare questa bolla? Innanzitutto gli organizzatori effettuano un test su tutto il personale accreditato, piloti, meccanici, operai della Dorna. Allo stesso modo, e già all’interno del perimetro di sicurezza, le aree comuni vengono disinfettate quotidianamente. Il team medico della MotoGP lavora in modo esaustivo e obbliga tutte le persone accreditate ad utilizzare dispositivi di protezione individuale come le maschere, oltre al corretto lavaggio periodico delle mani. All’interno del circuito vengono mantenute anche le misure di distanziamento sociale. Le singole squadre vengano segmentate in gruppi, uno per pilota, e i loro membri non potranno mescolarsi con quelli dell’altro. Inoltre, l’intero paddock dispone di un’app mobile per controllare i check-up e le persone con cui è stato in contatto.

Ogni box ha un numero limitato di personale. Dopo il primo controllo prima dell’ingresso in autodromo, vengono effettuati quotidianamente controlli medici a tutto il personale per verificare l’assenza di sintomi. Se necessario, il paziente viene trasferito in un centro medico locale per ulteriori test. Se i risultati sono negativi, la persona ritorna nel circuito e, se positivi, viene confinata. Per quanto riguarda il protocollo del podio, i piloti escono a salutare con i trofei già in loro possesso, che vengono consegnati poco prima della celebrazione e non ci sarà la presenza di hostess o dignitari. Inoltre, viene stabilita una distanza di separazione di due metri tra i tre piloti.

Restrizioni rigide anche per i commissari di pista e il personale medico. In caso di incidente i marshall non possono toccare il pilota e il loro unico compito è portare fuori pista la motocicletta danneggiata. È il personale medico incaricato di assistere i piloti in questa situazione. I piloti possono uscire per fare sport in circuito, correre o andare in bicicletta, ma devono farlo individualmente e rispettando la distanza con qualsiasi altra persona che incontrano durante la loro sessione di allenamento. Infine, nessuno del personale autorizzato ad accedere al paddock può lasciare la sede durante la celebrazione del Gran Premio a meno che, a fine giornata, non debba recarsi presso l’hotel dove alloggia.

Pol Espargaro sul podio (getty images)
Impostazioni privacy