Dopo il divorzio dalla Ducati, Andrea Dovizioso rimane sospeso tra un posto da ufficiale all’Aprilia o da collaudatore in Honda o in Suzuki
L’unica certezza è che non correrà più per la Ducati, interrompendo un lungo matrimonio che, tra alti e bassi, durava ormai dal lontano 2013. Ma Andrea Dovizioso, a 34 anni, non ha ancora raggiunto l’età per la pensione e dunque è in cerca, insieme al suo manager Simone Battistella, di un’alternativa per rimanere sulla griglia di partenza della MotoGP anche il prossimo anno.
I posti a disposizione come pilota titolare sono pochi. L’unico in un costruttore è quello della Aprilia (sempre che Andrea Iannone non vinca il suo ricorso al Tribunale arbitrale sportivo per il caso del presunto doping: lo si saprà nell’udienza del prossimo 15 ottobre). L’eventualità di sostituire il suo ex compagno di squadra potrebbe significare per Desmodovi mantenere lo status di pilota ufficiale, sempre che il gruppo Piaggio metta sul tavolo investimenti sufficienti a far crescere la competitività della moto.
Il piano B è quello di accettare un posto da collaudatore, almeno per una stagione. E se questo fosse il destino del forlivese, la destinazione potrebbe anche essere prestigiosa: si parla della Honda, che ha bisogno di un tester di alto profilo per sviluppare la moto di Marc Marquez. “Io sto provando a spingere con la Honda per avere Andrea”, ha ammesso Lucio Cecchinello, team principal della squadra satellite Lcr, ai microfoni della Gazzetta dello Sport.
Per Dovi, che corse già da pilota ufficiale Hrc tra il 2009 e il 2011, si tratterebbe di un ritorno a Tokyo. Che però non sarebbe molto gradito da Alberto Puig, il boss della squadra alata, apparentemente il principale ostacolo alla felice risoluzione di questa trattativa. L’ultima possibilità per Andrea si chiama Suzuki. Anche a Hamamatsu potrebbe fare da collaudatore per un anno, magari con la prospettiva di sbarcare poi in un eventuale squadra satellite nel 2022: un progetto che la Casa giapponese insegue ormai da lungo tempo.
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