A indirizzare la Fia nell’inchiesta sulla presunta irregolarità dei motori Ferrari 2019 sarebbe stato un informatore, una talpa a Maranello
Era l’ormai lontano 2007 quando in Formula 1 esplose la prima spy story. Mike Coughlan, all’epoca capo progettista della McLaren, fu beccato a fotocopiare progetti riservati della Ferrari in una copisteria inglese.
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Il proprietario del negozio avvisò le autorità, la Federazione internazionale dell’automobile venne informata e scoprì che a passare quei disegni confidenziali era stato Nigel Stepney, ex capo meccanico della Rossa. Scoppiò uno scandalo che portò ad una multa di 100 milioni di dollari alla squadra di Woking, oltre all’azzeramento di tutti i suoi punti nella classifica costruttori.
Oggi, a distanza di tredici anni, il Mondiale a quattro ruote rischia di essere travolto da un nuovo caso di spionaggio. Sotto i riflettori c’è di nuovo la Ferrari, ma stavolta al centro della vicenda c’è l’inchiesta, appena chiusa dalla Fia tra le polemiche, e senza chiarire l’effettiva innocenza o colpevolezza del Cavallino rampante, sulla presunta irregolarità dei motori della SF90 della passata stagione.
La Federazione, su pressante sollecitazione di Mercedes e Red Bull, ci ha voluto vederci chiaro, ha sequestrato i propulsori di Maranello e alla fine ha concluso l’indagine con un non meglio specificato accordo con la Scuderia. Ma il dubbio sorto tra gli esperti e gli addetti ai lavori è: da dove sono sorti i primi sospetti? Chi ha raccontato ai tecnici federali le eventuali scorrettezze ferrariste?
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Più di una ricostruzione giornalistica, in questi giorni, ipotizza che alla base di tutta questa storia ci sia una soffiata. “Per capire cercate fuori dalla Fia”, ha rivelato un anonimo ingegnere di una squadra al Corriere della Sera. Tanto da far scrivere all’esperto giornalista Giorgio Terruzzi “che una entità esterna alla Ferrari sia riuscita ad ottenere dettagli tecnici riservati per poi passarli alla Fia”.
Una versione suffragata anche da un altro collega stimato come Leo Turrini, sul suo blog sul sito del Quotidiano nazionale: “In tutta la vicenda, facendo peraltro il mestiere suo, la Fia si è mossa come se avesse informazioni degne di un whistleblower, per dirla all’anglosassone. Tradotto: un informatore, una talpa. Indovinate dove. Io non sono John le Carré (noto scrittore di romanzi di spionaggio, ndr). E non sarò mai bravo a scrivere come lui. Ma credo di non sbagliare”.
Insomma, sono in molti a ritenere che stiamo assistendo solo alle prime battute di quello che potrebbe trasformarsi in un autentico nuovo scandalo.
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