Le azioni compiute dal Gruppo Stellantis, a causa dei dazi imposti da Trump, sono state bacchettate da un altro Paese. L’attacco è di quelli decisi.
Il Gruppo Stellantis è piombato in una crisi che in pochi avrebbero pronosticato nel 2021 quando FCA trovò l’accordo con PSA. I brand italiani avrebbero dovuto vivere una entusiasmante fase di rilancio, sfruttando il know-how della parte francese sui motori ibridi ed elettrici. In realtà c’è stato un progressivo calo che ha generato un tracollo delle vendite per alcuni marchi, in primis Maserati e Lancia. 
Sono iniziate a circolare anche voci su eventuali vendite a stranieri. Per ora il colosso italo-francese prosegue unito in cerca di una soluzione nel green. I dazi americani non hanno aiutato. Le politiche protezionistiche di Donald Trump hanno spinto numerose aziende a spostare o impiantare stabilimenti negli Stati Uniti. Una decisione che ha spinto anche John Elkann nella direzione del territorio americano, voltando le spalle al Canada che aveva sempre sostenuto e agevolato la produzione Stellantis. Inevitabilmente la situazione si è surriscaldata, generando numerose polemiche oltreoceano. I canadesi non sono disposti ad accettare di buon grado la scelta opportunistica.
Duro colpo per Stellantis
Il Gruppo dovrà fronteggiare una crisi che non ha molti precedenti storici in Nord America, una delle aeree più importante per il business. Il legame è sempre stato forte, ma dopo l’attacco ricevuto, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il ministro delle Imprese Adolfo Urso sembrano voler ignorare le richieste dei sindacati e non hanno ancora presa una posizione chiara.

Il colosso italo-francese avrebbe degli “impegni giuridicamente vincolanti”, connessi al sostegno attraverso il Fondo per l’Innovazione Strategica garantito dal Canada. “Se Stellantis sceglie di non adempiere ai propri obblighi, agiremo nell’interesse di tutti i canadesi e riterremo l’azienda pienamente responsabile ed eserciteremo tutte le opzioni, compresa quella legale”, è emerso nella lettera inviata dal Canada al nuovo a.d. Antonio Filosa e postata anche sui social media. Lo stabilimento di Brampton si occupava delle Dodge Charger e Challenger, oltre alla Chrysler 300. E’ giunta puntuale la chiusura nel 2024 e ora è arrivata questa presa di posizione, dopo il passaggio di produzione negli Stati Uniti delle Jeep. Stellantis non si può consentire di perdere un mercato importante come quello canadese, ma dovrà replicare alla svelta con azioni e non con parole.





