La sportiva tedesca che doveva battere la Ducati: fallimento epocale per BMW

Non tutte le moto sportive riescono a fare breccia nel cuore degli appassionati. Il progetto BMW che non è ma decollato, ma che ora è ricercato dai professionisti.

La storia del motociclismo è fatta di progetti destinati ad essere rivalutati nel tempo, a volte venti e più anni, non bastano per apprezzare linee e soluzioni tecniche incomprese. Ogni casa costruttrice ha uno scheletro nell’armadio, un brutto anatroccolo. Ducati, BMW, Harley, non fanno eccezione, spulciando nei cataloghi o nei numeri di note riviste di settore dell’epoca è facile trovare modelli controversi che hanno avuto vita breve sul mercato.

BMW Moto
La novità su due ruote di BMW (Ansa) Tuttomotoriweb.it

Un esempio tra tutti è la BMW K1 del 1988, che suscitò molto scalpore per le soluzioni tecniche e le linee discutibili mutuate direttamente dalla serie K: modelli dotati di motore a quattro cilindri in linea “a sogliola”, dalla carenatura avvolgente ed abbondante tagliata dal vento. Era un’epoca in cui abbondavano i modelli sportivi di questo genere.

La K1 fece il suo esordio il 20 settembre 1988 al Salone di Colonia, una moto con soluzioni tecniche all’avanguardia che dal sua prima apparizione soffriva la concorrenza giapponese che sul finire degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 sfornava due ruote molto più interessanti e belle da vedere. Immaginiamo di salire in sella alla K1 per riscoprire insieme dati tecnici, prestazioni di una moto che ha lasciato poi una grande eredità in Casa BMW.

Cosa si salva della BMW K1

Il motore è un quattro cilindri in linea longitudinale a sogliola, con distribuzione bialbero in testa e quattro valvole per cilindro, rapporto di compressione elevato a 11:1, nuova gestione elettronica Bosch Motronic per accensione e iniezione e albero motore alleggerito. La trasmissione finale sfrutta il forcellone monobraccio Paralever (divenuto poi un elemento distintivo per le BMW) con doppio giunto cardanico, cambio a cinque rapporti.

Performance di tutto rispetto: grazie ai suoi 96,24 CV alla ruota a 8.500 giri, con una coppia di 10,2 kgm a 6.750 giri tocca i 240 km/h in posizione abbassata e 225 km/h con due persone. Una moto valida anche in città grazie alle sospensioni, forcella Marzocchi con ammortizzatore di sterzo e l’impianto frenante Brembo, con l’optional dell’ABS. Una bomba tecnologica per i tempi. Peso in ordine di marcia di 259 Kg. A causa di caratteristiche estetiche difficilmente digeribili la moto restò sul mercato fino al 1993, con sole 6.921 unità vendute. Un flop commerciale senza precedenti. Oggi questo modello è ricercato dai collezionisti.

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